L’ex poliziotto Galusero ai colleghi deputati: in questa commissione ho maturato una sensibilità verso i problemi dei reclusi che pensavo di non avere
Come si suol dire, mai dire mai. Cambiare si può. «Per quarant’anni ho fatto il ‘cattivo’, arrestando centinaia di persone, poi da deputato sono entrato in questa commissione e ho maturato una sensibilità verso i problemi dei detenuti che non pensavo di avere. E quando di recente, in una nostra visita in carcere, abbiamo visto rinchiuso in una cella un uomo che accudiva con tanto amore il figlio di pochi mesi, beh io mi sono emozionato...". Applausi. Quello di oggi nell’aula del Gran Consiglio è stato il suo «ultimo intervento» quale membro della commissione parlamentare che sorveglia sulle condizioni di detenzione nelle strutture carcerarie ticinesi. Sì, perché alle elezioni del prossimo aprile il bellinzonese Giorgio Galusero non sarà tra i candidati al legislativo cantonale avendo raggiunto il numero massimo di mandati quadriennali stabilito dal proprio partito. Settantasei anni compiuti venerdì, Galusero è entrato in Gran Consiglio nel 2007, dopo una vita in Polizia cantonale, in seno alla quale è stato fra l’altro responsabile della Sezione antidroga. Della Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione è stato anche presidente. E in questa veste si è anche battuto per un’adeguata presa a carico dei reclusi affetti da gravi turbe psichiche.
È intervenuto per l’ultima volta e lo ha fatto in occasione della discussione del rapporto commissionale (relatore il popolare democratico Luca Pagani) sulle condizioni detentive nel periodo maggio 2021/maggio 2022. Quando verrà discusso il prossimo rapporto Galusero non sarà tra i novanta granconsiglieri. E allora ecco il suo auspicio: «Spero che nel 2023 possa essere ripristinata al Penitenziario cantonale la sezione femminile. Ancora qualche giorno fa alla Farera erano rinchiuse ventiquattro donne, con tutte le restrizioni derivanti dal regime previsto in un carcere giudiziario, riservato di regola a persone non in esecuzione di pena ma in attesa di giudizio o detenute per motivi di inchiesta».
Un auspicio condiviso dall’intera commissione, composta oltre che da Galusero e Pagani (presidente uscente), dalla democentrista Lara Filippini, da Claudia Crivelli Barella dei Verdi, dalla socialista Gina La Mantia, dalla leghista Maruska Ortelli e da Fabio Schnellmann del Plr.