Il comitato cantonale Udc approva, per l‘autunno, il lancio di due iniziative popolari. Marchesi: ‘Tuteliamo il ceto medio e le piccole e medie imprese’
L’offensiva Udc «a difesa del ceto medio» è lanciata. Il comitato cantonale democentrista, riunitosi questa sera a Gordola, ha dato il via libera al lancio di due iniziative popolari in autunno: una per abolire la tassa di collegamento, l’altra per rendere fiscalmente neutro l’aumento dei valori di stima degli immobili che presto o tardi, per leggere, il Canton Ticino dovrà modificare.
«Noi non vediamo l’automobilista come un nemico», esordisce il presidente cantonale Udc Piero Marchesi. «Sono sei anni che ci esprimiamo contro questa tassa, non essendo riusciti a livello parlamentare a bloccarne l’applicazione a partire dal 2025 ci rimane di adire al voto popolare: cosa che faremo», aggiunge rilevando che «pure se formalmente questa tassa non è mai stata applicata, nella pratica la maggioranza delle aziende l’ha già riscossa presso i dipendenti, con tutti i problemi relativi al rimborso ai dipendenti stessi». Marchesi retoricamente si chiede «se si è visto un miglioramento tangibile sulle strade». Risposta: «No». Anzi, «è solo uno strumento per prelevare più soldi ai cittadini. Inizialmente 18, poi 20, poi 22 milioni di franchi unicamente per far incassare più soldi al Consiglio di Stato e farglieli spendere a suo piacimento. Non ci stiamo».
La preoccupazione e l’urgenza sono spiegate dal deputato Paolo Pamini: «Il Tribunale federale ha rigettato i ricorsi, ma ha detto che è una tassa causale giustificata solo se effettivamente riesce a modificare il comportamento delle persone». Ebbene, «senza un nostro intervento, nel 2025 questa imposta entrerebbe in vigore e per tre anni sarebbe sotto osservazione per vedere se raggiunge i suoi obiettivi». Ma Pamini chiede e si chiede: «Come misuriamo se si raggiungono gli scopi? Con quali formule e parametri? Non lo sappiamo ancora». E ancora: «Dove fissiamo l’asticella per valutare se il traffico sarà diminuito? Con quale livello di partenza del numero di auto in giro?». Risposte: «Zero». E sul sospetto che sia un’azione ‘contro’ il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali è il capogruppo in Gran Consiglio Sergio Morisoli a sgombrare il campo: «Non è contro Zali, ma a favore dei cittadini». Anche se, sibillino, aggiunge: «Se il nostro Marchesi fosse stato in governo e avesse proposto questa tassa gliel’avremmo tolta dalle mani mettendoci di traverso».
Sempre Pamini spiega l’obiettivo della seconda iniziativa, quella sulle stime immobiliari: «L’obiettivo è rendere neutro questo valore, riducendo le aliquote e agendo su altri fattori». Le stime «devono aumentare, non è realistico andare avanti anni e anni senza una loro rivalutazione» concede il deputato. Ma «conviene essere proattivi, modificarle, ma senza la scusa di alzare le imposte. Faremo un’iniziativa popolare costituzionale elaborata; elaborata perché il testo deve essere uno e non si scappa, costituzionale perché vogliamo sia duratura anche nelle prossime legislature». L’obiettivo anche in questo caso è chiaro: «Tutelare i piccoli proprietari immobiliari, e di conseguenza anche gli inquilini: se si tartassano i proprietari di immobili a reddito, le pigioni aumenteranno e di riflesso anche gli affittuari ci rimetterebbero. Evitiamolo».
Tassa di collegamento, valore di stima ma non solo. Al centro dell’intervento politico di Marchesi c’è il ruolo dell’Udc, «un partito che si batte per i cittadini, per il ceto medio, e per le Piccole e medie imprese che danno lavoro, producono ricchezza, sono confrontate con le difficoltà dettate dall’aumento dei prezzi di materie prime e benzina: noi vogliamo lasciare soldi nelle tasche dei cittadini». Ed è proprio sul prezzo della benzina che il presidente cantonale Udc tuona: «Recentemente tutte le nostre mozioni alle Camere federali che chiedevano di abbassare le tasse sulla benzina, quindi il prezzo alla pompa, sono state sostenute solo dal nostro partito e qualche sparuto deputato. Se dalla sinistra ci aspettiamo certi dogmatismi, mi rammarica la posizione del Ppd nazionale e del Plr, che coi suoi due deputati ticinesi ha votato contro. Farinelli e Cattaneo vengono da un cantone di periferia, con persone che scendono dalle valli per lavorare e per farlo devono usare l’auto: hanno chiuso la porta in faccia ai cittadini in difficoltà».
Cosa che l’Udc - «coerente come sempre» - non vuole fare: «La guerra in Ucraina non finirà domani, bisognerà trovare delle soluzioni». Marchesi non risparmia neanche il consigliere federale democentrista Ueli Maurer, che negli scorsi giorni ha detto che nella ricca Svizzera ci si può permettere di pagare i prezzi alti della benzina: «Non abbiamo per nulla gradito quanto ha detto Maurer - sottolinea il presidente Udc -, ma al contrario del Ticino a Berna si può criticare un consigliere federale anche se del proprio partito».
Marchesi torna anche sul ‘Decreto Morisoli’, sul quale orgogliosamente afferma che «abbiamo raggiunto il nostro obiettivo». Perché? «Perché se ora in Gestione ogni spesa viene vagliata con attenzione, se c’è sempre questo scoglio nella discussione evviva, era quello che volevamo: no ad aumenti di imposte senza togliere servizi, ma sì alla consapevolezza che c’è questo freno con un meccanismo che obbliga a riflessioni serie quando si parla di spesa».
Morisoli dal canto suo rimarca: «Lavoriamo fare in modo che vengano prese decisioni per creare reddito da lavoro con salari degni di questo nome, con un’economia che crei ricchezza e posti di lavoro per il ceto medio. E agevolare il reddito delle aziende: fare utili non è un peccato mortale, ma permette di pagare tasse e pagare stipendi». Due vie con un unico traguardo: «Difendere e migliorare il potere d’acquisto dei cittadini».
Morisoli non risparmia al governo la consueta nota di biasimo sulla spesa: «Negli ultimi dieci anni parlando di imposte sulle persone fisiche lo Stato ha incassato 348 milioni in più rispetto alle previsioni di incasso, ed è grave: se non viene calmierato questo aspetto, si spenderà sempre di più». Questo perché «se si sa che all’orizzonte c’è una prospettiva di entrata maggiorata, si spenderà sempre di più. Adesso basta». Non c’è il rischio di far mancare risorse allo Stato? Macché: «Si tratta di lasciare i soldi ai cittadini».