Il messaggio prevede un credito pubblico su 15 anni per incentivare la connessione veloce alla rete della quasi totalità del territorio ticinese
Investire 95 milioni di franchi nei prossimi 15 anni per incentivare l’allacciamento di almeno il 95% degli edifici ticinesi alla rete a banda ultralarga: è questo l’obiettivo del messaggio presentato questa mattina dal Consiglio di Stato in conferenza stampa, concretizzando così il compito ricevuto dal Gran Consiglio nel 2016, con l’approvazione praticamente unanime della mozione volta a implementare un’infrastruttura a banda ultralarga estesa su tutto il territorio cantonale. Un progetto, quindi, che parte da lontano e che con la pandemia di coronavirus e la spinta che ha dato al telelavoro è diventata ancora di più d’attualità. Una buona connessione di rete azzera, di fatto, le distanze tra centri urbani e periferie ridando slancio a queste ultime sia in termini progettuali, sia in termini economici.
Per raggiungere questo obiettivo, il governo propone lo stanziamento di un credito quadro massimo di 95 milioni di franchi per un periodo di 15 anni, che si basa sugli approfondimenti e gli scenari sviluppati nell’ambito del ‘Piano strategico per la banda ultralarga’. In particolare, il modello d’incentivi – non si tratta di finanziamenti a pioggia – proposto favorirà lo sviluppo della rete nelle regioni periferiche, privilegiando soluzioni di accesso in ambito fisso e la rapidità di realizzazione dell’infrastruttura. «La legislatura 2019-2023 è stata caratterizzata da una modalità di emergenza continua: prima l’emergenza Covid, ora gli effetti della guerra in Ucraina. Il progetto vuole andare oltre le contingenze e guardare al futuro con una logica di progettualità», ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione Christian Vitta, consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe).
«Lo sviluppo su scala cantonale di una rete a banda ultralarga è un progetto infrastrutturale, strategico e generazionale», ha continuato Vitta. Un’adeguata capacità di banda è, infatti, un fattore di attrattiva e competitività fondamentale per permettere la fruibilità e lo sviluppo di nuove tecnologie digitali, di cui possono beneficiare cittadini, aziende e istituzioni. Stiamo parlando di velocità simmetrica (in download e upload) di un Gigabit per secondo, di gran lunga superiore al servizio di base, con applicazioni nel campo di domotica, gestione energetica, amministrazione, salute e insegnamento. «Tutto questo con lo sguardo già proiettato al medio e lungo termine, ovvero all’opportunità di anticipare e beneficiare delle evoluzioni tecnologiche che, in maniera rapida, si svilupperanno durante i prossimi decenni. Questo avrà interessanti ripercussioni per un Cantone che punta su innovazione e tecnologia quali elementi cardine della propria strategia di sviluppo economico, con l’ambizione di attrarre nuove iniziative imprenditoriali e creare posti di lavoro interessanti», ha spiegato Vitta precisando che anche il Cantone dei Grigioni sta attuando un progetto simile che non è in contrapposizione con gli investimenti previsti dalle società di telecomunicazione. Per intenderci, il credito quadro del Cantone non sostituisce la mano privata ma incentiva gli enti pubblici (Comuni, Enti regionali di sviluppo e aziende di distribuzione elettrica locale) a farsi promotori della rete internet a banda ultralarga per le utenze che lo vorranno con un sistema di finanziamento pubblico che va a decrescere man mano che investe il privato. «L’importo massimo per allacciamento è pari a 1’800 franchi ed è fissato in base a determinati fattori: a seconda della zona, della tecnologia scelta (la rete fissa è privilegiata, ndr) e temporale», ha spiegato da parte sua Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia del Dfe.
In questo contesto, sarà possibile soprattutto abbattere le barriere digitali tra zone urbane e zone più periferiche. Questo aspetto è centrale per uno sviluppo armonioso del territorio e dell’economia cantonali, mettendo peraltro ulteriormente a frutto gli sforzi promossi dal Cantone nell’ambito del riposizionamento delle regioni periferiche. Ed è proprio in queste ultime zone che la strategia di incentivo prevista intende favorire gli investimenti infrastrutturali nella banda ultralarga, che risultano generalmente meno attrattivi in una pura logica di mercato.
Anche gli aspetti ambientali e paesaggistici sono tenuti in considerazione. «La soluzione proposta prevede un mix di collegamenti via fibra ottica e via wi-fi. Si privilegerà la rete fissa, ma quando non sarà possibile si utilizzeranno antenne per ovviare ai problemi tecnici. Questo non vorrà dire che si darà il via a una selva di antenne che creano sempre molta discussione», ha affermato invece il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali.
In particolare, il messaggio prevede di incentivare l’utilizzo di un mix infrastrutturale su base fissa e senza filo (Fixed Wireless Access – FWA), che possa rispondere al meglio alle esigenze individuate in ogni singola regione. Il modello di incentivi cantonali privilegia, attraverso specifiche ponderazioni, gli investimenti in zone periferiche, le soluzioni tecniche basate su infrastruttura fissa e la rapidità di realizzazione. «Solo questo approccio potrà essere incentivato. Non si tratta di finanziare l’infrastruttura per la rete mobile di ogni operatore», ha precisato Sergio Kraschitz, collaboratore scientifico dell’Ufficio della prevenzione dei rumori del Dipartimento del territorio. Le antenne, infine, saranno di piccole dimensioni con emissioni elettromagnetiche contenute: inferiori ai 6 Watt su ogni edificio coinvolto.
Per pianificare e realizzare in maniera ottimale la rete a banda ultralarga, sarà necessaria una collaborazione ben definita tra tutti gli attori coinvolti – Cantone, Comuni o regioni (p. es. attraverso gli Enti regionali per lo sviluppo – Ers), aziende elettriche e fornitori di servizi. Il messaggio traccia anche i contorni delle procedure previste per la concessione e la gestione degli incentivi.