Ticino

Bertoli: ‘Stop mascherine, salvata la scuola in presenza’

Il Consiglio di Stato revoca il provvedimento sulla scia delle decisioni del Consiglio federale. Il presidente del governo: ‘Attenzione ai più fragili’

Il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli
(Ti-Press)
16 febbraio 2022
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La decisione del Consiglio federale “segna l’avvio di una nuova fase di convivenza con il virus e decreta la fine di un sistema di provvedimenti che si è rivelato efficace ed equilibrato, evitando di limitare in maniera sproporzionata la libertà personale, sociale ed economica nella nostra società”. A sostenerlo è il Consiglio di Stato ticinese, che "guarda con fiducia ai prossimi mesi, conservando tutta la necessaria prudenza”. Sulla scorta di quanto deciso a Berna sull’abolizione dell’obbligo di indossare la mascherina (eccetto nei mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie), il governo cantonale ha anche deciso che da domani 17 febbraio in Ticino cadrà pure l’obbligo della mascherina a scuola.

Raggiunto l’obiettivo di mantenere la scuola in presenza

«Su questo versante non c’erano indicazioni diverse, era ampiamente prevedibile finisse così ed è normale nella misura in cui altri Cantoni sono andati già in questa direzione e noi lo faremo conseguentemente alle decisioni del Consiglio federale», commenta a ‘laRegione’ il presidente del governo e direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli. Che rivendica dal canto suo come «l’obiettivo da sempre è stato di mantenere la scuola in presenza, e tutte le misure prese sono state funzionali a questo obiettivo. Oggi la mascherina non è più necessaria anche se, sottolineo, rimane raccomandata anche all’interno della scuola, come al di fuori. Allievi e docenti che vogliono continuare a usarla devono poterlo fare senza alcun problema, questo sarà utile ad accompagnare questa buona fase di chiaro cammino verso l’uscita dalla pandemia».

Attenzione verso i più fragili

Sia il Consiglio federale sia il Consiglio di Stato hanno rivolto un pensiero e un invito alla prudenza nei confronti, soprattutto, delle persone più fragili ed esposte al rischio di un decorso grave in caso di contagio. È sufficiente un invito alla prudenza? Per Bertoli possono benissimo combinarsi due cose: «Da un lato abbiamo ormai l’abitudine a indossare la mascherina, come abbiamo imparato l’importanza del lavarsi bene le mani e della disinfezione. Ed è bene continuare a mantenere queste abitudini al di là degli obblighi, soprattutto nei luoghi affollati e soprattutto al chiuso. Dall’altro, credo che tanta gente lo farà, per sé e anche per la possibilità di aiutare le persone che sanno di dover gestire con maggiore attenzione la situazione perché per loro un eventuale contagio sarebbe più pericoloso».

‘Senza vaccinazione non saremmo a questo buon punto’

Il presidente del Consiglio di Stato tiene anche a ricordare un fattore dirimente, in questa fase: «Quello che è certo e che va ribadito è che se siamo a questo buon punto è grazie alle vaccinazioni. Senza questo elemento di gran lunga non saremmo a questo punto. Se sarà necessaria un’ulteriore dose lo diranno i sanitari, e nel caso entrerà nella normalità delle precauzioni mediche che si prendono ogni anno, come accade col vaccino contro l’influenza». Ad ogni modo, conclude Bertoli, «il Consiglio di Stato continuerà a osservare la situazione e a essere flessibile: nel bene verso l’uscita dalla pandemia ma anche nel male, se si dovranno ripristinare alcune misure nel caso fosse necessario».