Il presidente del governo Bertoli non si esprime sulla consultazione, ma ricorda che Omicron non ha prodotto i danni preconizzati da alcuni medici
Le due varianti messe in consultazione dal Consiglio federale saranno presto discusse dal Consiglio di Stato ticinese. Il presidente del governo Manuele Bertoli da noi interpellato non prende posizione in merito, in attesa appunto delle discussioni che avverranno nella prossima seduta dell’Esecutivo. Ma davanti alle preoccupazioni e agli avvisi arrivati dal mondo sanitario dopo la conferenza stampa di Cassis e Berset con i relativi annunci ricorda che «il mondo sanitario aveva anche preconizzato una catastrofe alla fine dello scorso dicembre con la diffusione di Omicron, catastrofe che non si è verificata. Tutte le loro indicazioni sono da considerare, ma vanno messe sul piatto della bilancia assieme a una serie di altri dati».
Rimanendo a oggi, e al Canton Ticino, Bertoli informa che il Consiglio di Stato ha deciso di togliere, a partire da lunedì prossimo, l’obbligo di portare la mascherina per gli allievi delle scuole elementari. Quest’obbligo, ricorda il presidente del governo e direttore del Decs, «è stato introdotto per evitare le quarantene di classe, che lo scorso dicembre erano numerose. Venendo meno le quarantene per decisione del Consiglio federale, è chiaro che le quarantene di classe non si giustificano più e di conseguenza pure il provvedimento alternativo, cioè l’obbligo di mascherina per gli allievi». Provvedimento che, afferma Bertoli, «ha avuto una motivazione prettamente scolastica, per garantire la scuola in presenza. Poi, è chiaro, i bambini sono tanti e nella misura in cui partecipano al contagio hanno un effetto indiretto sul contagio in generale. Ma nessuno ha mai voluto imporre la mascherina ai bambini per evitare il contagio agli adulti, il tema era, ripeto, di natura scolastica e lo abbiamo sempre presentato in questo modo».