Il Decs, in base alle risposte alla consultazione sul futuro dei corsi attitudinali e di base in terza media, propone una sperimentazione di due anni
“Sui livelli alla scuola media occorre cambiare”. E quindi il Dipartimento educazione, cultura e sport dopo lo ‘stralcio’ deciso dalla maggioranza della Commissione parlamentare della gestione della voce di spesa per far partire subito il progetto di superamento dei livelli in terza media, ci riprova. Come? Proponendo una sperimentazione di due anni. E lo fa forte del risultato finale della consultazione il cui rapporto è stato pubblicato oggi. Quasi due terzi dei soggetti che hanno risposto alla consultazione sul futuro dei corsi attitudinali e di base in terza media, vale a dire il 64%, sostanzialmente ritiene che il modello attuale vada superato. Alla valutazione, che si è chiusa lo scorso 23 dicembre, sono state date in totale 109 risposte (84 da gruppi od organizzazioni e 25 da persone singole), la cui analisi è stata completata dal Decs e racchiusa in un documento di 48 pagine che sarà presto sottoposto al Consiglio di Stato. In aggiunta a questo 64% di favorevoli, si conta un 22% contrario e un 14% che non esprime un giudizio sull’oggetto sottoposto a consultazione, ma si limita a valutazioni di carattere generale.
Le ragioni a sostegno del superamento dei corsi A e B come attualmente impostati (i famosi livelli) evidenziano le distorsioni alle quali il modello è stato sottoposto nel corso del tempo e le relative pressioni su allievi, famiglie e docenti. A ciò si accompagnano dinamiche di “etichettatura” e categorizzazione degli studenti dei corsi B, le cui motivazioni e autostima vengono minate, con importanti strascichi sul loro successivo percorso formativo e professionale. L’abbandono della differenziazione strutturale potrebbe oltretutto consentire al sistema scolastico ticinese di raggiungere un grado di equità e accessibilità ancora maggiore per tutti gli allievi, in considerazione del peso esercitato dallo statuto socioeconomico sul percorso formativo.
All’interno dei favorevoli emergono poi due posizioni: il 30% dei rispondenti accetta la proposta del Decs nella sua interezza, senza porre particolari condizioni. In questo gruppo troviamo la Conferenza cantonale dei genitori, due collegi di scuola media, alcuni partiti politici (Partito socialista, Verdi, Partito comunista, Più donne), un sindacato (Vpod), la Divisione della formazione professionale, il Collegio degli ispettori delle scuole comunali, alcuni genitori, allievi e cittadini. Il 34% dei consultati, sebbene favorevole alla proposta, pone determinate condizioni. Tra questi una buona maggioranza dei collegi di scuola media, gli esperti della scuola obbligatoria ad eccezione di quelli di matematica, i direttori di scuola media, il Partito popolare democratico.
Due i filoni principali in cui possono essere collocate le osservazioni espresse: il primo riguarda la modalità con cui superare il sistema attuale, ovvero i laboratori, sui quali il giudizio complessivo è positivo, ma di cui andrebbero meglio precisate le modalità e chiariti i contenuti. Dubbi anche sulla differenziazione didattica richiesta all’interno dei laboratori a composizione eterogenea e alle relative modalità di valutazione. Al riguardo, si chiede che i laboratori in III media non vengano introdotti subito in maniera generalizzata, ma che si effettui prima una sperimentazione del modello proposto su più istituti di scuola media, che dovrebbe essere accompagnata da una valutazione esterna, ma anche da un’adeguata formazione e un apposito sostegno ai docenti.
Il secondo filone di osservazioni lamenta “la parzialità del progetto”, e chiede che anche la IV media venga inserita all’interno della riflessione. “C’è infatti chi avrebbe desiderato un superamento globale dei corsi A e B sui due anni, pur valutando positivamente il differimento di un anno della scelta degli allievi”, spiega il Decs. Secondo altri, il superamento dei corsi A e B unicamente in terza media non consente di avere una visione complessiva sull’intero biennio, ciò che rende difficile esprimersi in maniera compiuta sulla proposta in consultazione. Riflessioni, queste, legate a quelle relative alla transizione verso il postobbligo. Secondo alcuni la proposta del superamento unicamente in III media non consente di affrontare quello che per tanti è il reale problema posto dai corsi A e B, ovvero le questioni relative all’equità e alla stigmatizzazione del corso B nei settori del postobbligo. Numerose sono le prese di posizione che riportano la necessità di un miglior coordinamento con i settori del postobbligo e con il mondo del lavoro per favorire la transizione.
Circa il 22% dei partecipanti si dichiara invece in dissenso in merito al modello proposto, ritenendo per vari motivi adeguato l’attuale sistema di differenziazione strutturale. In questo schieramento si colloca il Partito liberale radicale, così come alcuni collegi di docenti, allievi, cittadini, e gli esperti di matematica. Tra le motivazioni principali, un’opposizione di principio al superamento dei corsi A e B, ma anche il timore che l’abbandono della differenziazione strutturale abbia delle ripercussioni sui risultati degli allievi (sia dei più forti che dei più deboli). Altre prese di posizione, attribuendo la colpa del malfunzionamento del sistema attuale a “pressioni esterne”, da parte dei sistemi scolastici successivi, oppure più in generale “alla società”, ritengono che il superamento dei livelli non sia l’unica soluzione per risolvere i problemi.
“Considerate le risposte giunte e le relative osservazioni di dettaglio era illusorio, come del resto ampiamente prevedibile, immaginare che il modello proposto sintetizzasse tutte le criticità, pur nella condivisione del principio che punta al superamento dei corsi A e B in III media. Ancor peggio sarebbe però lasciare il sistema ostaggio dell’immobilismo, in attesa di un’unanimità impossibile da ottenere su questo tema”, osserva il Decs, che raccoglie l’invito giunto da diverse voci favorevoli e critiche di avviare una fase di sperimentazione.
Viene proposto al Governo di avviare tale sperimentazione dall’anno scolastico 2022/2023, per una durata di due anni, coinvolgendo una parte dei 36 istituti di scuola media. Considerata la necessità di riflettere sull’intero biennio (III e IV), le analisi continueranno all’interno del gruppo di lavoro già esistente per individuare modalità di superamento dei corsi A e B anche in IV media. La proposta di avviare la fase sperimentale e di continuare la riflessione sulla IV media viene ora sottoposta al Consiglio di Stato unitamente al documento di valutazione delle risposte.