Ticino

Torna in aula il caso Hottinger e il Fondo edifici di culto

Il dibattimento riprenderà domani a Bellinzona presso il Tribunale penale federale con uno dei tre imputati ritenuto contumace

La presidente della Corte penale Fiorenza Bergomi
(Ti-Press)
12 gennaio 2022
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È durata poco più di dieci minuti la prima udienza del processo a carico di Rocco Zullino, Alfonso Mattei ed Eduardo Tartaglia questa mattina presso il Tribunale penale federale di Bellinzona. Si tratta di ex operatori sulla piazza luganese accusati a vario titolo di ripetuta amministrazione infedele qualificata e ripetuta falsità in documenti (per Zullino e Mattei). Per Tartaglia invece l’accusa è di ripetuta falsità in documenti. L’aggiornamento a domani del processo è stato deciso dalla Corte penale, presieduta da Fiorenza Bergomi, in quanto Eduardo Tartaglia (residente in Italia) non si è presentato adducendo seri motivi di salute. Sulla bontà del certificato medico la Corte nutre dei dubbi. Per questo ha quindi deciso di dare un altro giorno di tempo all’imputato per presentarsi. In caso di ulteriore assenza sarà giudicato comunque in contumacia.

I fatti contestati risalgono a una decina di anni fa (tra il 2011 e il 2014). Zullino, all’epoca gestore patrimoniale esterno presso una società finanziaria, è accusato di aver commesso diversi atti di amministrazione infedele in danno di suoi clienti, titolari di relazioni bancarie presso la Banca Hottiger & Cie, nonché della stessa società presso la quale operava. In pratica, stando al corposo atto di accusa (93 pagine), è accusato di avere effettuato degli investimenti contrari al mandato conferitogli dai clienti e sottaciuto loro l’incasso di retrocessioni. Mattei è invece accusato di avere, in qualità di titolare di una società di gestione patrimoniale, abusato del proprio potere di rappresentanza nell’ambito di investimenti effettuati per conto di clienti di due istituti bancari, al fine di incassare delle retrocessioni pari a oltre 450 mila euro. Zullino e Mattei sono anche accusati di avere, “agendo singolarmente o in correità tra di loro, nel periodo tra ottobre 2010 e febbraio 2013, al fine di procacciare a sé e ad altri un indebito profitto, ingannato con astuzia i funzionari della banca Hottinger, inducendoli a eseguire ordini indebiti di bonifico dai conti di alcuni clienti per oltre 1,7 milioni di euro. A Tartaglia e Zullino, infine, viene rimproverato di avere, in correità tra di loro. “fatto uso di documenti falsi, al fine di mascherare delle malversazioni oggetto di un procedimento a loro carico in Italia”.

Numerose le parti civile tra cui il Fondo edifici di culto (Fec) del Ministero italiano dell’interno patrocinato dall’avvocato Ivan Paparelli. Si tratta di un ente dotato di personalità giuridica autonoma ma legalmente rappresentato dal ministro dell’interno pro tempore. Negli anni scorsi questo Fondo aveva denunciato la sparizione, tra il 2006 e il 2010, di circa 10 milioni di euro depositati presso la Banca Hottinger a Lugano, istituto presso il quale lavorava lo stesso Rocco Zullino.