Lo chiede una mozione socialista, primo firmatario Ivo Durisch, che ricalca quanto fatto dai Grigioni e dal Cantone di Berna
Una strategia climatica simile a quella del Cantone dei Grigioni anche in Ticino entro la primavera del 2022. È quanto chiede una mozione presentata da Ivo Durisch per conto del gruppo socialista nell’ambito della strategia di rilancio definita dal Partito socialista. Anche il Ppd, una settimana fa, aveva presentato un’iniziativa per inserire la protezione del clima nella Costituzione ticinese
“Parlamento e governo grigionesi si sono mossi velocemente per quanto riguarda l’adozione di una strategia climatica con l’obiettivo di avere un ‘saldo netto delle emissioni di gas serra pari a zero’ entro il 2050”. Agire a livello locale comunque non è solo un’azione declamatoria, ha effetti concreti sul territorio. “Investendo nelle energie rinnovabili, nella protezione dell’ambiente e nella transizione energetica si creano nuovi posti di lavoro e si diventa attrattivi sia per l’industria, che per le famiglie”, ricorda ancora Durisch. Recentemente, oltre ai Grigioni, anche il Cantone di Berna ha adottato un piano climatico. Ora, per il capogruppo socialista in Gran Consiglio, tocca anche al Ticino. “È responsabilità di tutti i governi dare il proprio contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici. È un fenomeno che sta investendo in maniera repentina tutto il globo e che ha visto molte discussioni e piani di intervento sia a livello internazionale, che a livello nazionale, purtroppo con risultati ancora insufficienti”. “Bisogna essere coscienti di questo anche a livello locale, perché se non lo facciamo noi, nessuno lo farà per noi”, si legge ancora nella mozione. “Abbiamo avuto per anni un’economia a rimorchio, durante la pandemia siamo andati a rimorchio delle misure a tutela dell’economia e del mercato del lavoro messe in atto dalla Confederazione, non possiamo e non dobbiamo andare a rimorchio anche nella lotta contro i cambiamenti climatici”. “È ora di abbandonare la cultura del ‘ci penseranno’ gli altri”.
Negli ultimi anni si è investito molto sia nel trasporto pubblico, sia nel piano di risanamento degli edifici ed è stato anche adottato un documento sulla Politica energetica cantonale (Pec). Quest’ultimo, come annunciato dal consigliere di Stato Christian Vitta (cfr. laRegione del 2.12.2021), è in fase di aggiornamento e prenderà il nome di Piano energetico e climatico cantonale. “Nonostante questo, non abbiamo una vera strategia cantonale, che misuri il livello delle emissioni dei gas fossili e che si ponga degli obiettivi quantitativi e temporali, così come non abbiamo una vera politica per quanto riguarda la transizione energetica”, continua Durisch. Anche l’Azienda elettrica ticinese (Aet) – e le altre imprese attive nella distribuzione – dovrebbe adeguarsi all’indirizzo del Cantone per quanto riguarda, per esempio, l’energia fotovoltaica. “Per questo chiediamo che il Pec venga aggiornato periodicamente e gli obiettivi monitorati annualmente”, afferma il capogruppo Ps.
Nella mozione si cita anche Bruno Giussani, curatore internazionale di Ted e originario di Faido, che invita a leggere la sesta valutazione dell’Ipcc, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico dell’Onu, per prendere coscienza di quello che sta capitando. “Sono solo 39 pagine: probabilmente le 39 più importanti scritte nei tempi moderni”.
Il Cantone dei Grigioni per elaborare il suo piano si è avvalso anche di una consulenza esterna. La strategia è ad ampio raggio e va dall’accelerazione dell’utilizzo delle energie rinnovabili, alla promozione e potenziamento del trasporto pubblico, passando per l’efficienza energetica. Anche la riduzione della produzione di gas serra nei processi aziendali è uno dei punti del piano, come pure la promozione della produzione di energia rinnovabile (pure privata). Previsto, tra le altre cose, anche un supporto per start-up innovative e rispettose del clima e il potenziamento della politica di protezione dai rischi naturali.
L’investimento totale nell’arco di 30 anni è di 1,7 miliardi di franchi che le autorità grigionesi contano di sostenere agendo su tre assi: indebitamento, contributi federali e aumento del moltiplicatore cantonale d’imposta.