Per incentivare gli investimenti in impianti di produzione domestici, le aziende elettriche dovrebbero remunerare meglio quanto è immesso in rete
L’energia solare è l’energia che proviene e viene raccolta dal sole, è una delle principali fonti di energia rinnovabile di tutto il mondo. Questo tipo di energia si basa sul concetto di flusso, ciò significa che il costante uso non ne riduce la quantità. È quindi una fonte inesauribile e pulita e può fornire una reale soluzione alla questione dell’approvvigionamento di energia nazionale e mondiale, senza intaccare l’ambiente. In Svizzera il potenziale di sfruttamento dell’energia solare sui tetti e sulle facciate degli edifici è teoricamente molto elevato (67 TWh): con l’energia solare si potrebbe coprire integralmente il consumo annuo di elettricità dell’intero Paese. «Purtroppo lo sviluppo di nuovi impianti di energia rinnovabile, soprattutto fotovoltaica, non cresce adeguatamente a causa principalmente delle tariffe di acquisto troppo basse in vigore presso buona parte delle aziende elettriche svizzere», spiega il consigliere nazionale socialista Bruno Storni. Da qui la proposta della Società svizzera per l’energia solare (Sses) e dall’Associazione dei produttori di energia indipendenti (Vese) di un’azione capillare, già iniziata in molti Comuni del resto della Svizzera, proposta anche in Ticino. «Sul sito web di Vese è disponibile un modello di mozione con la quale si invitano i Municipi a prendere le misure necessarie presso l’azienda di distribuzione locale (può essere la Ses o l’Amb, l’Ail, l’Age, ...) per definire una tariffa di immissione in rete dell’energia che garantisca un rendimento stabile a copertura dei costi d’investimento a lungo termine per gli impianti fotovoltaici privati realizzati nel comprensorio comunale», afferma ancora Bruno Storni.
La scorsa settimana un atto parlamentare analogo è stato presentato a livello cantonale da Ppd, Plr e Lega all’indirizzo del Consiglio di Stato. Anche in questo caso si chiede di remunerare in modo adeguato i produttori indipendenti di energia elettrica di origine fotovoltaica in modo da ammortizzare in tempi più brevi l’investimento iniziale. «Siamo felici che il tema abbia una valenza interpartitica. La questione della transizione energetica riguarda tutta la società ed è un bene che venga affrontata da tutte le forze politiche. Noi, con questa azione, ci rivolgiamo a un livello istituzionale più prossimo al cittadino. Per questo invitiamo i consiglieri comunali di tutti gli orientamenti politici a presentare questa mozione per sensibilizzare le aziende elettriche di cui sono proprietari gli stessi Comuni. Ricordo che la metà della popolazione ticinese vive in un Comune con il label ‘Città dell’energia’. E il modo migliore per onorare questo marchio è incentivare la posa di pannelli solari su più tetti possibile», aggiunge Storni. C’è chi storce il naso a immaginare pannelli solari: l’impatto paesaggistico potrebbe essere importante. Per Marco Castano, responsabile per il Ticino di Vese e Sses, questo non è vero. Grazie alle innovazioni nei materiali, è possibile mimetizzare gli impianti sia sui tetti che nelle pareti.
Ma veniamo alla proposta di Vese e Sses che chiede di basare l’importo del prezzo di immissione in rete sui costi medi di produzione dell’energia fotovoltaica a seconda delle dimensioni dell’impianto: tra 12 e 14 cts/kWh per impianti fino a 20kWp (Kilowatt picco, ovvero la potenza massima installata) e tra i 10 e i 12 cts/kWh per impianti fino a 100kWp. Nulla di più e nulla di meno di quanto previsto dall’ordinanza sull’energia. Attualmente l’energia autoprodotta in Ticino e immessa in rete è remunerata con poco più di 9 centesimi contro i 13 cts di Basilea e Ginevra.
Forse non tutti sanno che la primissima centrale fotovoltaica in Europa allacciata alla rete è stata costruita in Ticino nel 1982 sul tetto dell’allora Scuola tecnica superiore di Trevano, oggi Supsi. Il promotore fu Mario Camani, già capo della Sezione aria, acqua e suolo del Dipartimento del territorio. L’investimento di allora, spiega, fu pari a 280mila franchi per un impianto di 100 kWh di potenza installata. Oggi sarebbe una cifra elevatissima visto che un pannello pari a un kWh di potenza costa circa 300 franchi. «Questo per dire che il fotovoltaico oggi è molto più accessibile dal punto di vista economico. Se si incentivasse ancora di più, il Ticino produrrebbe tutta l’energia di cui ha bisogno in modo pulito», afferma Camani. Ma l’accelerazione deve avvenire anche a livello nazionale. «Se entro il 2050 la Svizzera vorrà abbandonare il nucleare sarà necessario triplicare l’attuale tasso di crescita. In caso contrario ci vorranno cento anni», conclude Storni.