Ticino

Libotte è il quarto giudice dei provvedimenti coercitivi

Nato e cresciuto in Ticino, dal 2017 procuratore pubblico del Canton Grigioni, il 36enne è stato eletto dal Gran Consiglio al primo turno: 62 voti

René Libotte
8 novembre 2021
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È René Libotte il quarto giudice dei provvedimenti coercitivi (gpc). Lo ha appena eletto il Gran Consiglio con ben 62 voti. Il plenum ha così seguito quanto indicato dalla maggioranza della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’. Trentasei anni, attinente di Gandria ma cresciuto a Gentilino, Libotte è dal luglio 2017 procuratore pubblico del Canton Grigioni, carica che si appresta quindi a lasciare per assumere nella magistratura ticinese quella di giudice di garanzia, quale è il gpc, magistrato chiamato fra l’altro a confermare o meno gli arresti ordinati dal Ministero pubblico.

Libotte è stato nominato al primo turno, raggiungendo e superando la maggioranza assoluta (il voto è segreto). Per la cronaca: ottantacinque le schede distribuite e rientrate, fra queste ultime due schede bianche e una nulla. Senza storia le altre candidature: Curzio Guscetti ha ottenuto un voto, Krizia Kono-Genini cinque, Daniel Ponti nove, mentre cinque voti sono andati a Claudia Solcà, già giudice della Corte d’appello del Tribunale penale federale e giudice dei provvedimenti coercitivi prima del suo passaggio dalla giurisdizione cantonale a quella federale.

La pubblicazione del concorso per la designazione del quarto gpc si era resa necessaria in seguito alla decisione di Gran Consiglio e Consiglio di Stato di ripristinare il numero ‘originale’ dei magistrati dell’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi dopo il taglio di un’unità nell’ambito della mega manovra di risparmio per il risanamento delle finanze cantonali varata nel 2016. Libotte si era lanciato nella corsa senza essere in quota a questo o a quel partito, dunque come indipendente.