Intanto Accenture annuncia un piano di assunzioni per attirare i talenti ticinesi – e non solo – in Svizzera. Si parla di centinaia di posti di lavoro
Le ambizioni dichiarate del Lifestyle-Tech Competence Center sono quelle di diventare un altro tassello dello Switzerland innovation park Ticino. Istituzione, quest’ultima, che è inserita nella rete nazionale dei parchi tecnologici. Un modo per cercare di mettere in connessione la ricerca accademica con la realtà imprenditoriale locale e non solo, in particolare nei settori dell’e-commerce, della moda, della tecnologia informatica in generale e della blockchain. Tra i soci finanziatori di Lifestyle-Tech Competence (Ltcc) ci sono Accenture, Barilla, Lavazza, Hyphen, Usi, Supsi, Loomish, Dagorà, Moresi.com, Microsoft e Ubs.
«Nata nel 2019 con la forma giuridica dell’associazione, Ltcc intende favorire lo sviluppo di progetti di ricerca attraverso la creazione di business networking, lo scouting di start-up e un laboratorio di ricerca dedicato alla produzione di contenuti innovativi», ha spiegato Carlo Terreni, presidente di Ltcc il quale ha annunciato anche il potenziamento dell’organico dell’associazione di altre quattro unità che si aggiungeranno alle sei attuali. «Ulteriori novità su altri investimenti sul territorio verranno annunciate dopo l’assemblea generale in programma il 23 novembre», ha affermato ricordando che la domanda di adesione di Ltcc allo Switzerland innovation park è in fase avanzata di valutazione. «Siamo in attesa di una risposta da parte dei vertici di Swiss innovation park», ha affermato.
Ma è Accenture, società multinazionale con oltre 624mila collaboratori in tutto il mondo attiva nell’ambito della consulenza aziendale e tecnologica – socia di Ltcc – ad aver annunciato un piano di sviluppo importante in Ticino dove è presente da poco più di un anno. Michele Raballo, managing director Europe Lead for commerce di Accenture Interactive non fa cifre puntuali, ma valuta in centinaia le assunzioni che verranno fatte sul territorio. «Siamo contenti di aver individuato il Ticino come hub europeo dell’innovazione per la nostra azienda. Il piano di assunzioni sta andando bene, grazie soprattutto alla collaborazione con università locali come Usi e Supsi», afferma Raballo che parla anche di milioni di franchi d’investimenti futuri. La politica che si è data l’azienda è quella di assumere solo residenti o persone dall’estero disposte a trasferirsi in Ticino. «Attualmente i talenti digitali nati e cresciuti in Ticino sono impiegati in tutto il mondo. Tuttavia, una tendenza indica che vorrebbero far ritorno nella propria terra d’origine», spiega da parte sua Giovanna Melillo, Senior manager di Accenture Interactive. Da qui il progetto ‘Back to Switzerland’ in collaborazione con Ose, l’Organizzazione degli svizzeri all’estero. «I nostri selezionatori si sono già attivati per individuare svizzeri e ticinesi altamente qualificati residenti all’estero o fuori cantone, interessati a tornare in Ticino e a contribuire al rilancio della nostra economia», ha continuato Melillo trovando una sponda in Filippo Lombardi, municipale della Città di Lugano e neoeletto presidente dell’Ose. «Gli organi di Ose sono appena stati eletti e sarà mia premura mettere a disposizione la nostra rete di contatti all’estero per cercare di trovare persone interessate a ritornare in patria», ha affermato Lombardi che vede nel nascente centro di competenze del Lifestyle un modo per ridare smalto all’economia luganese del post piazza finanziaria. «Sarebbe anche un contributo a limitare o invertire il calo demografico che negli ultimi anni sta colpendo il Ticino», ha sottolineato Lombardi che, tra le altre cose, siede anche nel consiglio della fondazione Agire, l’agenzia per la promozione economica.
Soddisfazione per l’arrivo di Accenture l’ha espressa anche Dagorà, lo spazio di co-working in cui hanno trovato casa le attività della Ltcc e di Accenture. «La pandemia ha spinto molte aziende a potenziare il loro processo di trasformazione digitale e ha costretto le persone a lavorare da casa», sottolinea Serse Bonvini, Ceo di Dagorà, azienda che opera nel settore immobiliare e che ha lanciato il suo progetto di co-working, ovvero di uffici condivisi, in piena pandemia. Allo stato attuale sono già 20 le società ospitate nello stabile Galleria 1 di Manno. «L’attuale situazione sociale ed economica ha creato un vero e proprio boom del lavoro agile, alternativa al lavoro da casa o in azienda». «Molte aziende – sottolinea Bonvini – sono oggi alla ricerca di partner strategici nell’IT e nel digital, mantenendo un ambiente flessibile in cui le decisioni del management si sono spostate dal remote-working all’agile co-working».
«È un piacere poter sostenere un’iniziativa molto favorevole per il mercato del lavoro locale che nasce da un’impresa internazionale che ha deciso di investire in Ticino proprio perché attratta dalle competenze accademiche e aziendali che si sono associate in questo dinamico centro di competenze», ha affermato da parte sua Stefano Rizzi, direttore della Divisione economia del Dfe. «Come Cantone continuiamo a sostenere la nascita di simili circoli virtuosi che si inseriscono nello Swiss innovation park Ticino (Sip), promosso dalla Fondazione Agire», aggiunge Rizzi. Oltre alla crescita del Sip, il Cantone ha altri strumenti per sostenere l’innovazione: una legge apposita e le agevolazioni fiscali per le persone fisiche che investono nelle start-up.