Matteo Pronzini (Mps) chiede che i costi per i test diagnostici per frequentare la Supsi siano assunti dal Cantone
Matteo Pronzini, deputato del Movimento per il socialismo (Mps) con una serie di domande al Consiglio di Stato torna sulla decisione del governo federale di introdurre l’obbligo del certificato Covid per alcune attività al chiuso. “Misure – scrive Pronzini – che tendono a restringere diritti fondamentali, quali ad esempio il diritto al lavoro e allo studio”. “Per riconoscendo e sostenendo la necessità della campagna vaccinale riteniamo che l’obbligo del certificato Covid rappresente da una parte una scorciatoia epr evitare altre misure di protezione, dall’altra rimette in discussione alcuni diritti fondamentali andando a toccare alcune delle categorie più svantaggiate: immigrati e popolazione a basso reddito”, continua Pronzini che se giustifica l’introduzione del Covid pass per palestre, cinema e cultura, fa un distinguo per il lavoro e lo studio. Sono attività di fatto obbligatorie. Tra le altre cose Pronzini chiede al governo “quali misure intende prendere per garantire che tale obbligo sia rispettoso del diritto dei lavoratori a essere consultati preventivamente? Sulla decisione della Supsi di introdurre l’obbligo di Covid pass per i collaboratori e studenti, Pronzini chiede se il diritto di essere sentiti dei dipendenti è stato rispettato. Per quanto riguarda invece gli studenti, si chiede che i costi per i test dal 1° ottobre vengano assunti dal Cantone.