Il Consiglio di Stato chiede di bloccare la trattazione della richiesta di abbassare di 5 milioni, per tre anni, il contributo di livellamento tra comuni
Il taglio di cinque milioni per tre anni, dal 2020 al 2022, al contributo di livellamento che nell’ambito della perequazione i Comuni paganti versano ai Comuni beneficiari non s’ha da fare. Con lettera del 25 agosto, il Consiglio di Stato ha infatti chiesto alla Commissione parlamentare della gestione di “sospendere la trattazione del messaggio n. 7969”, vale a dire quello licenziato il 24 febbraio e che prevedeva, appunto, questo taglio in conseguenza degli effetti della pandemia.
“La proposta del Consiglio di Stato, ripresa dalle conclusioni di un Gruppo di lavoro che nell’autunno scorso ha discusso le possibili conseguenze sulle finanze dei Comuni della pandemia, era intesa ad alleggerire i Comuni che finanziano il contributo di livellamento che, a quel momento, si ritenevano i più toccati dall’evento sanitario”, scrive il governo. Immediata fu, Bellinzona in testa, la reazione dei Comuni beneficiari. Il sindaco Mario Branda, interpellato dalla ‘Regione’ commentò: “Poiché il governo ha iniziato a imboccare questa strada ancora prima di conoscere i preventivi comunali 2021 e senza attendere i consuntivi dell’anno scorso, ci chiediamo su quali basi abbia fatto le proprie valutazioni. Stando alle cifre poi emerse, mi sembra di vedere che i Comuni paganti non siano messi peggio di quelli beneficiari”.
Ed è proprio quanto rilevato da Branda ad aver (anche) portato il Consiglio di Stato alla retromarcia: “Constatato - scrive infatti il governo alla Gestione - come i Comuni sembrano in generale superare meglio del previsto il difficile periodo non avverandosi di fatto l’ipotesi che siano i Comuni paganti a subire maggiormente le conseguenze della pandemia e, soprattutto, volendo evitare un’inopportuna spaccatura tra Comuni, il Gruppo di lavoro è giunto alla conclusione che fosse a questo punto opportuna la sospensione del messaggio”.
Ma se la spaccatura tra Comuni era servita, anche il clima in seno alla Commissione della gestione non era dei migliori su questo dossier. Lo riconosce anche il Consiglio di Stato, nel riferire di “essere a conoscenza che il tema sta creando discussione e divisione all’interno del vostro gremio, motivo per cui il Dipartimento delle istituzioni, tramite la Sezione degli enti locali, ha indetto una riunione del Gruppo di lavoro allo scopo di valutare l’attualità della misura proposta alla luce dell’evolversi della congiuntura economica e dei dati (parziali e in parte provvisori) dei conti 2020 dei Comuni ticinesi”. Riunione del Gruppo di lavoro che, a differenza di quelle che hanno portato poi alla stesura del messaggio governativo, è stata allargata anche ai Comuni di Mendrisio e Bellinzona. Ed è ragionevole supporre che anche questo abbia contribuito sia alla discussione, sia alle conclusioni.
Nell’incontro del 23 agosto, quello che ha sancito la decisione governativa poi Comunicata due giorni dopo alla Gestione, sono state illustrate delle cifre interessanti. Innanzitutto quelle delle stime che il Bak ha fatto in luglio sull’evoluzione del Pil cantonale: per il 2020 il calo è del 3,6% (quando in luglio 2020 si stimava un -8% e in novembre un -4,8%), mentre per il 2021 la risalita è del 4,3%, nel 2022 del 3%, nel 2023 del 2,1%, nel 2024 e nel 2025 del 2,6%. Presto per cantar vittoria, ci mancherebbe. Però è un indicatore che la situazione sia migliorata rispetto a quanto previsto. Considerando i risultati del 2020 dei Comuni, 59 risultano beneficiari del contributo di livellamento mentre i paganti sono 34 e i neutri 12. Ebbene, per quanto riguarda i beneficiari 29 chiudono con un avanzo e 30 con un disavanzo, con un risultato complessivo di -21,7 milioni di franchi; i paganti chiudono invece con un avanzo per 23 Comuni e un disavanzo per 11. E il risultato complessivo è di -6 milioni di franchi. Numeri che hanno fatto cambiare orizzonte, considerando come le fosche nuvole stiano lasciando molti meno temporali di quel che si pensava.
E ora? Sul messaggio, varato in febbraio dal governo, i relatori commissionali sono il leghista Michele Guerra e il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch. Quest’ultimo ha già preannunciato un rapporto contrario alla riduzione del contributo di livellamento, ritenendo in sostanza che la misura penalizzerebbe i Comuni oggi più poveri e oltretutto in un momento particolarmente difficile a causa della pandemia e dei suoi contraccolpi sul piano sociale e su quello economico. Ma a questo punto non è da escludere lo statu quo dopo la recente lettera con cui il Consiglio di Stato chiede alla Gestione di congelare l’esame del messaggio. Se ne saprà di più martedì quando si riunirà la commissione parlamentare. E il già nutrito ordine del giorno si arricchisce così di un ulteriore tema.