Per gli ecologisti le proposte del gruppo di lavoro strategico per il rilancio del Ticino sono carenti dal profilo della protezione ambientale
“È tempo di darci seriamente da fare per adempiere ai nostri obblighi in materia climatica. Dobbiamo cogliere finalmente l’occasione per trasformare anche questa crisi in opportunità, costruendo una società e un'economia più resilienti, a basso impatto ambientale e basate su risorse locali. È tempo di tavoli di lavoro che inseriscano l’economia nel contesto sociale e ambientale e non più il contrario”. È la parte conclusiva di una lunga presa di posizione dei Verdi del Ticino a proposito della strategia di rilancio del Cantone presentata dal Dipartimento delle finanze e dell’economia lo scorso martedì 6 luglio. “Nell’ultimo anno è mezzo abbiamo assistito a una mobilitazione senza precedenti per contrastare la pandemia di coronavirus e le sue conseguenze su economia e società”, si legge. Il gruppo di lavoro (quasi tutto al maschile), si precisa nel comunicato dei Verdi, ha presentato il suo piano di intervento, ricco di parole quali: ‘innovazione’, ‘digitalizzazione’, formazione’, ‘competizione’, ‘crescita economica’ e condito qua e là con qualche buon principio di ‘responsabilità sociale e ambientale’. Per i Verdi però oltre a questa crisi ce n’è un’altra: quella climatica. Si ricorda l’ondata di calore che ha investito il Nord America e che sta causando la morte di centinaia di persone. Le giornate canicolari ci sono state anche in Svizzera nel 2019, mentre quest’anno le gelate tardive hanno avuto ripercussioni sulla produzione di albicocche vallesane. Da qui l’appello al governo a una maggiore attenzione ai temi ambientali.