Alla conferenza stampa di fine anno scolastico c'è soddisfazione: 'Non era scontato, è andata bene grazie all'impegno di tutti gli attori coinvolti'
Circa un anno fa, nuova sede della Città dei mestieri di Bellinzona: il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli, col volto tirato, annuncia l’intenzione di riaprire le scuole in presenza a settembre. Preannunciando tre scenari: presenza, scuola ibrida, scuola a distanza. Nessuna certezza.
Un anno dopo, oggi, al Centro professionale sociosanitario di Lugano, il volto di Bertoli davanti alla stampa per la conferenza di fine anno scolastico, è meno tirato e con un sorriso afferma: «Ci aspettavamo un anno turbolento, con la volontà di mantenerlo tutto in presenza. L’obiettivo è stato raggiunto, ed è una vittoria di tutta la scuola ticinese e svizzera». L’anno scolastico 2020/2021 che si avvia alla conclusione, viene definito dal direttore del Decs come di «straordinaria ordinarietà. Ordinario perché abbiamo voluto che fosse il più ordinario possibile in regime di pandemia, ma straordinario perché la pandemia ha messo a dura prova anche il sistema educativo». La scuola, riprende Bertoli, mano a mano «ha dovuto prendere delle misure a seconda dell’evoluzione della pandemia, che non è stata lineare. Tutte queste misure ogni volta hanno comportato molto ragionamento e nessuna è stata presa facilmente, ma alla fine ci hanno permesso di raggiungere questo risultato».
Molto si è parlato delle quarantene di classe, che «potevano e possono sembrare tante» dice Bertoli, ma che se si guardano i numeri si nota come l’impressione possa venire ridimensionata. Nel senso che «il massimo delle quarantene di classe lo abbiamo avuto nel mese di marzo 2021, con 45 classi andate in quarantena. Tante, ma erano 45 sulle 2’990 che compongono il sistema scolastico ticinese: un numero, quindi, complessivamente poco rilevante se confrontato al numero generale». L’1,5 per cento.
L’obiettivo di tenere la scuola aperta tutto l’anno «è stato raggiunto grazie ai piani di protezione, discussi anche con le direzioni e le varie rappresentanze, e grazie anche a un altro elemento importante: nessuno tra zero e 19 anni è andato in cure intense, e nessuno è deceduto. Parliamo di moltissimi ragazzi, ma sapevamo, e oggi sappiamo ancora di più, non erano e non sono in pericolo a seguito del Covid. Per noi era determinante - continua Bertoli - perché voleva dire che senza un pericolo sanitario concreto potevamo concentrarci sull’elemento formativo, la scuola in presenza». Che è stata “in presenza” in tutti i sensi, considerando che «le assenze non sono state fuori dalla norma, sia negli allievi sia nei docenti. Un’influenza ordinaria, prima della pandemia, generava più assenze». Nei ringraziamenti di Bertoli ce n’è uno particolare verso il corpo docente, «che non si è sottratto considerando anche l’impegno profuso nell’affrontare le difficoltà e le fragilità degli allievi, accompagnandoli».
«Malgrado le limitazioni la scuola ha svolto il proprio mandato educativo assicurando tutte le tappe della scuola obbligatoria», commenta il coordinatore del Decs e direttore della Divisione della scuola Emanuele Berger. Che parla anche del «rispetto di un mandato sociale, poco tematizzato ma importante, perché è stata valorizzata la scuola come luogo di opportunità, socializzazione, d’incontro e di scambio». Insomma, «è stato raggiunto un obiettivo ambizioso», e Berger rassicura docenti e sindacati che - in una conferenza stampa convocata in quel mentre a Bellinzona - avanzava dubbi e rivendicazioni: «Il tutto ha generato oneri, responsabilità e carichi di lavoro eccezionali e straordinari soprattutto per i docenti giustificabili unicamente dall’emergenza sanitaria. Nessuno deve pensare che certi oneri aggiuntivi rimangano». Per Berger, «se l’obiettivo a settembre 2020 era tenere aperto, l’obiettivo a settembre 2021 sarà quello di limitare al massimo le misure di protezione sulla quotidianità professionale dei docenti». Soddisfazione è espressa per le novità entrate in campo quest’anno: l’introduzione dei laboratori di italiano e matematica in prima media e la nuova griglia oraria al liceo hanno avuto «un’ottima accoglienza», e per quanto riguarda il futuro avanza il progetto di superamento dei livelli. Per il quale, informa Berger, «ci sarà un intenso e speriamo fruttuoso scambio non solo con le direzioni, ma anche con tutti i presidenti dei plenum».
Anche apprendisti e aziende formatrici sono stati toccati dalla pandemia, e il direttore della Divisione della formazione professionale Paolo Colombo annota che «ci siamo impegnati molto sostenendo i mediatori, i corsi di recupero e dedicando un ruolo accresciuto agli ispettori di tirocinio. Alcune azioni concrete sono state intraprese nel settore gastro, con l’Eoc e le scuole che si sono messe a disposizione per accogliere addetti di cucina e cuochi, o con i centri fitness e gli operatori di palcoscenico».
Un sospiro di sollievo, quindi, che si spera sia un buon viatico per il ritorno sui banchi il 30 agosto.