Ticino

'Costruire insieme il futuro del lavoro'

Nel corso dell'incontro odierno l'Ocst ha tracciato la rotta da seguire nel prossimo quadriennio

(Ti Press)
1 maggio 2021
|

Introduzione del salario minimo, parità uomo-donna, politica del lavoro, previdenza. Sono questi i temi principali affrontati dall'Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese (Ocst) nel corso della riunione annuale tenutasi oggi su Zoom. Dopo gli interventi del vescovo mons. Valerio Lazzeri e del consigliere di Stato Christian Vitta, la discussione è proseguita nel corso della mattinata e ha visto la partecipazione di diversi delegati e le testimonianze dirette di alcuni lavoratori. In conclusione, è stato approvato il programma d'azione per il quadriennio 2021-2024 dal titolo 'Costruire insieme il futuro del futuro', contenente tutte le tematiche principali dell'Ocst.

Salari e reddito
La statistica della struttura dei salari in Svizzera relativa all’anno 2018 segnala, per la prima volta da molto tempo, un calo dei livelli salariali in Ticino, dato in controtendenza rispetto al resto del Paese. Questo nonostante l'aumento del numero di persone formate e che svolgono impieghi qualificati. "Il nostro mercato del lavoro è caratterizzato da una forte penalizzazione salariale dei frontalieri rispetto ai residenti, e la possibilità di far capo a manodopera a costi inferiori svantaggia le lavoratrici e i lavoratori ticinesi, in particolare i giovani", si legge nel documento dell'Ocst. Nella categoria dei penalizzati figurano donne di tutte le età. "Proprio loro che, in maggioranza, si sono prese cura dei malati negli ospedali, nelle case anziani e negli istituti sociali, adattandosi a ritmi pressanti e a uno stress psicologico fortissimo; loro che, in maggioranza, hanno tenuto aperti i negozi per consentire l'approvvigionamento dei beni essenziali. Le stesse che vengono pagate meno perché sono donne".
Per il sindacato Ocst, il contratto collettivo di lavoro è lo strumento più importante per la difesa e la crescita dei livelli salariali.

Situazione occupazionale
La crisi legata al coronavirus ha provocato un aumento della disoccupazione, forse più contenuto di quello che ci si sarebbe potuti aspettare, e questo soprattutto "grazie all’effetto del lavoro ridotto, rafforzato dalle misure speciali che lo hanno reso più accessibile e più a lungo. Una misura molto importante per evitare un tracollo altrimenti inevitabile di molte imprese". Anche in questo ambito pone preoccupazione il tasso di occupazione femminile, che negli ultimi dieci anni è cresciuto "a un ritmo notevolmente inferiore rispetto al resto del Paese. Da un’analisi dei dati statistici emerge inoltre che in quasi tutte le fasce di età il tasso di disoccupazione femminile è più alto di quello maschile e che la sottoccupazione colpisce soprattutto le donne".

Telelavoro
È emerso che quella del telelavoro è una condizione apprezzabile, se "limitata a una parte del tempo di lavoro e avendo a disposizione gli strumenti adatti". Preziosa, per esempio, per facilitare la conciliazione di lavoro e famiglia. Tuttavia, secondo l'Ocst. Sono emersi alcuni nodi. Primo fra tutti, come separare la vita privata da quella lavorativa. "Le nuove tecnologie permettono una condizione ibrida che va però gestita." L'altra questione riguarda la misurazione della produttività e del raggiungimento dei propri obiettivi. "In una condizione di lavoro a distanza la capacità di valutazione del nostro operato è impoverita dal mancato confronto con i colleghi. Inoltre, il giudizio del tempo necessario per svolgere un certo compito è offuscato dalla mancanza di contatto diretto con i superiori. È facile sottostimare la produttività e la capacità di concentrazione in ambito domestico, quanto più nella situazione in cui i figli siano presenti a casa durante il tempo di lavoro". Ciò che caratterizza queste nuove forme di lavoro è la "necessità di un rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente, o tra superiore e subordinato, che consenta la disponibilità di strumenti adeguati e la definizione collaborativa di obiettivi e tempi di lavoro".

Previdenza e vecchiaia
L'Ocst ritiene che l'Avs sia fondamentale e che il suo ruolo sia centrale nel garantire il potere d’acquisto di tutte le pensionate
e i pensionati. Per questo domanda che la riforma in corso non penalizzi le prestazioni versate ai beneficiari. Chiede cioè che "si trovi una fonte di finanziamento sicura e sostenibile per garantire le prestazioni. Infatti, una parte importante della popolazione che durante la vita ha avuto un salario contenuto, fa capo solo o soprattutto a questa fonte di reddito". "Riteniamo necessario migliorare il sistema di flessibilità del pensionamento per rendere meno oneroso il prepensionamento per coloro che lo desiderano o che per vari motivi sono messi al margine del mercato del lavoro". In quest’ottica, è importante, ma non sufficiente, "l’introduzione delle indennità-ponte per coloro che sono licenziati prima dell’età di pensionamento".

Il sindacato Ocst domanda altresì alle casse pensioni la massima trasparenza, ovvero anche "la capacità di comunicare temi complessi in modo comprensibile, per consentire alle lavoratrici e ai lavoratori una partecipazione attiva tramite i propri rappresentanti. Chiediamo inoltre che le casse pensioni assicurino la disponibilità dei documenti anche in formati diversi da quelli elettronici per coloro che ne hanno bisogno". Nell’ambito della riforma del Secondo pilastro è importante che la deduzione di coordinamento venga abbassata, o abolita: "ciò consentirebbe a molte persone, specialmente donne, di essere assicurate o meglio assicurate anche con livelli salariali bassi e impieghi part-time".

Salute e sicurezza sul lavoro
Secondo l'Ocst, in questo ambito c’è ancora molto lavoro da fare. I rischi per la salute "sono legati all’organizzazione e alla gestione dei processi, oltre che alla loro progettazione. Ciò che incide è spesso la fretta dovuta a carichi di lavoro od obiettivi eccessivi per il tempo e le risorse a disposizione." In altri casi sono la poca esperienza o la troppa sicurezza di sé. 

Quando si parla di protezione della salute lo sguardo deve essere ampliato, spiega l'Ocst. "La pandemia in corso ha obbligato tutti a chinarsi su rischi finora poco sperimentati, rendendo necessari interventi che hanno segnato profondamente la vita in azienda". Specialmente nella primavera del 2'020, all’inizio della crisi, quando le certezze erano scarse come gli strumenti a disposizione, il sindacato "si è battuto perché sulle ragioni economiche prevalesse l’obiettivo di tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori. L’impegno dei mesi successivi ha consentito, almeno in parte, di uscire dalla situazione di lockdown e riprendere molte attività grazie all’introduzione di misure specifiche di igiene e protezione".

Altro aspetto che desta preoccupazione è quello della protezione della salute psichica. L’aumento dello stress e la riduzione delle certezze sul lavoro, meno solidarietà e più competizione tra i colleghi "hanno provocato un aumento notevole del disagio che si può esprimere in termini di depressioni e gravi esaurimenti che troppo spesso conducono all’invalidità".