Tutele e curatele, l'Udc condivide 'cantonalizzazione' e passaggio al modello giudiziario prospettati dal Dipartimento istituzioni. Proponendo alcuni correttivi
"Ritenute le gravi criticità del sistema attuale, condividiamo sia l’urgenza che la necessità di implementare una revisione totale delle Arp”, le Autorità regionali di protezione. L’Udc si esprime così sulla riforma del settore tutele e curatele in Ticino proposta dal Dipartimento istituzioni. Una riforma, scrivono i democentristi, necessaria. E appunto urgente. Per questo “non condividiamo il fatto che il progetto sia stato ’ancorato’ all’approvazione del messaggio ’Ticino 2020' ", la nuova ripartizione di compiti e costi fra Cantone e Comuni. Il motivo? “Vi e il rischio concreto” che la suddetta revisione "(attesa da troppi anni) subisca ulteriori ritardi”.
Il progetto del Dipartimento prevede il trasferimento dai Comuni al Cantone delle autorità di protezione e quindi della competenza di stabilire e applicare le misure per adulti e minori contemplate dal Codice civile. Si passerebbe dal vigente modello amministrativo a quello giudiziario, con l’attivazione di Preture ad hoc, le Preture di protezione. Sparirebbero di conseguenza le odierne sedici Arp. In ogni Pretura di protezione sarebbe un collegio di tre membri - il pretore di protezione, o l’aggiunto, e due specialisti, uno con formazione in psicologia/pedagogia e uno in lavoro sociale - a decidere le misure. A decidere quei provvedimenti volti a tutelare gli interessi e il bene della persona vulnerabile. Materia assai sensibile: si parla di curatele, tutele, ricoveri a scopo di assistenza, collocamenti, privazione dell’autorità parentale, regolamentazione dei diritti di visita, come ha ricordato nella conferenza stampa di inizio febbraio la responsabile della Divisione giustizia Frida Andreotti illustrando i contenuti della proposta di riforma con il direttore del Dipartimento Norman Gobbi e il giudice Franco Lardelli, presidente della Camera di protezione del Tribunale d’appello, alla quale verrebbe affidata la vigilanza sulle Preture di protezione, che oggi esercita sulle Arp.
L’Udc si dice d’accordo con “la cantonalizzazione delle Arp in Preture di protezione, a condizione che venga salvaguardato il ’principio di prossimità’ ". I curatori “dovranno essere nominati tenendo conto di questo principio: da una parte per essere vicini ai pupilli e dall’altra in un’ottica di contenimento dei costi (per esempio trasferte)", annotano i democentristi, chiedendo inoltre che “i Comuni (Municipi) vengano maggiormente coinvolti e che possano accedere alle informazioni relative ai domiciliati” (il Municipio "è l’entità più vicina al cittadino e deve essere coinvolto"). Sì dunque all’adozione del modello giudiziario, all’introduzione delle Preture di protezione: cosa che fra l’altro "permetterà di risolvere il problema del riconoscimento delle decisioni all’estero", afferma il partito presieduto da Piero Marchesi, puntualizzando che “la nuova natura giudiziaria delle autorità di protezione non implica automaticamente una maggiore autorevolezza: questa sarà semmai percepita dalla popolazione unicamente se accompagnata da una maggiore professionalità e celerità negli interventi e nelle decisioni”.
Riguardo alla nomina dei pretori di protezione e dei pretori aggiunti, gli aspiranti dovrebbero sottoporsi preliminarmente a “un assessment (obbligatorio)". Per i membri specialisti “bisogna prevedere specifici titoli di studio e un numero di anni di esperienza”. Così come “bisogna prevedere nel nuovo sistema di vigilanza delle norme più precise sia dal profilo procedurale che di merito, soprattutto laddove sono stati commessi gravi errori ai danni delle persone”. Andrebbe poi migliorata "la selezione/formazione dei curatori volontari privati - importante figura di supporto - al fine di attribuire i mandati secondo le specifiche competenze" e occorrerebbe “un sistema di monitoraggio della loro attività". Altri correttivi suggeriti: nella riforma, sostiene il partito, “deve essere dato maggior valore alla conciliazione e alla mediazione", il che permetterebbe "di sgravare di lavoro le Preture di protezione”. Da "prevedere" anche “uno specifico servizio di picchetto durante i weekend e le festività, magari anche solo uno per il Sopraceneri e uno per il Sotto, così da non sovraccaricare le singole Preture di protezione": questo consentirebbe "di intervenire in modo efficace e celere, ad esempio per i diritti di visita”.