Imprenditori e sindacati uniti nel chiedere all’ente pubblico di non risparmiare ora. ‘Il settore ha bisogno di occasioni di lavoro per garantire l’occupazione’
La Comunità di lavoro CostruzioneTicino – della quale fanno parte la Conferenza delle Associazioni tecniche del cantone Ticino (Cat), la Società svizzera impresari costruttori sezione Ticino (Ssic-Ti), l’Unione associazioni dell’edilizia (Uae), l'Organizzazione cristiano sociale ticinese (Ocst) e il Sindacato Unia Regione Ticino – ritiene fondamentale che in un periodo di crisi economica, come quella attuale, “i committenti mantengano gli investimenti a un buon livello in modo da continuare a creare opportunità di lavoro per i numerosi rami economici che ruotano attorno al settore della costruzione. Questo ambito professionale è infatti uno dei pilastri del sistema economico svizzero ed è attualmente in grado di operare in sicurezza nonostante le restrizioni sanitarie, garantendo posti di lavoro e un indotto economico essenziale al nostro sistema socio-economico”.
Da ormai un anno, la pandemia sta causando forti disagi e danni economici a moltissimi ambiti professionali. Le autorità politiche sono sotto pressione e i ministri delle finanze esprimono le loro preoccupazioni per i disavanzi registrati nel 2020 e per quelli ipotizzabili per l’anno in corso. “Preoccupazioni che possiamo comprendere ma che non giustificano in alcun modo decisioni come quelle di bloccare investimenti già previsti e programmati da tempo. Anzi, il politico accorto sa benissimo che in periodi di crisi occorre anticipare gli investimenti che assumono anche un’importante funzione anticiclica per salvaguardare l’esistenza delle aziende e i relativi posti di lavoro. Ribadiamo in tal senso il ruolo trainante riconosciuto da tutti al settore della costruzione in quanto correlato a numerosi ambiti di attività (progettisti, direttori dei lavori, costruttori edili, artigiani, fornitori di materiali, arredo e tecnica edificatoria in generale, assicuratori, banche, ecc.)”, si legge in una nota.
A livello federale si è intervenuti per evitare l’annunciata sospensione di importanti progetti immobiliari delle Ffs. Un passo indietro è stato fatto in certe regioni della Svizzera. “Purtroppo, in Ticino sono stati confermati tagli degli investimenti nell’ordine del 50%, sia per il 2021 che per il 2022. Una decisione incomprensibile, giustificata dai vertici delle Ffs con la riduzione delle entrate in seguito alla pandemia”, si continua.
A livello di Ente ospedaliero cantonale, ha destato scalpore la recente decisione di sospendere il progetto per aumentare la volumetria dell’Ospedale Civico di Lugano. Un progetto di circa 200 milioni di franchi – che si trova peraltro in uno stato già molto avanzato tanto che i primi appalti erano previsti tra pochi mesi – verso il quale i professionisti della costruzione facevano parecchio affidamento anche per fronteggiare, almeno in parte, il netto calo di lavoro nell’edilizia abitativa riscontrato negli ultimi anni.
Altri esempi di blocco di investimenti pronti a partire vengono segnalati dal Comune di Mendrisio – per la nuova sede dell’Aim – ed emergono dalle discussioni riferite alla nuova sede del Dsu a Lugano e ad altri investimenti minori per la progettazione definitiva o per la fase esecutiva di scuole elementari o dell’infanzia in vari Comuni del nostro Cantone che hanno subìto un rallentamento di oltre un anno a causa della situazione pandemica.
Secondo CostruzioneTicino “occorre invertire sul nascere questa tendenza al blocco degli investimenti, se non vogliamo estendere l’attuale crisi economica a una pericolosa crisi occupazionale, dalla quale sarà poi ancora più difficile riprendersi. Tutti assieme dobbiamo fare in modo di preservare l’economia locale, formata da numerose piccole e medie aziende che rappresentano pur sempre la spina dorsale del nostro sistema socio-economico”. “Ridurre gli investimenti necessari è un falso risparmio in quanto la decisione di ritardare la spesa non fa che accrescerla in modo esponenziale con il passare del tempo”.