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‘Servono investimenti anticiclici nell’edilizia pubblica’

Cantieri in ferie. Parla il direttore della sezione ticinese della Società impresari costruttori Nicola Bagnovini. 'Opportunità di carriera anche per le donne'

Nicola Bagnovini, direttore della Ssic Ti (Ti-Press)
30 luglio 2021
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Il conto alla rovescia è cominciato. Da lunedì l’edilizia ticinese sarà in ferie. Un paio di settimane. È quindi l’occasione per stilare un bilancio su uno dei principali settori economici. Lo facciamo con un’intervista ad ampio raggio con il direttore della Società svizzera impresari costruttori Sezione Ticino (Ssic Ti) Nicola Bagnovini. Partendo da un aspetto tutt’altro che scontato.

Direttor Bagnovini, come siamo messi in Ticino per quanto riguarda la presenza femminile nelle professioni dell’edilizia?

La presenza femminile nei comparti amministrativi delle imprese (segretariato e contabilità) è rilevante e certamente in linea con tutti gli altri settori economici. Nel comparto tecnico (assistenti di cantiere, ingegneri, architetti e impresari costruttori) e in quello operativo sui cantieri, la presenza femminile è rara. I pochi casi di quadri aziendali di sesso femminile hanno però dimostrato professionalità, carisma e capacità organizzative. Per quanto riguarda le muratrici in Ticino, proprio lo scorso anno si è diplomata, peraltro superando brillantemente l’esame finale teorico e pratico, la prima ragazza. L’impresa di costruzione per cui lavorava le ha poi confermato il posto di lavoro come neo-diplomata e questo attesta il valore da lei dimostrato sul lavoro e l’assenza di pregiudizi. Questa bella realtà, l’abbiamo riscontrata anche quest’anno grazie all’ottenimento, con grande merito, del diploma di muratrice da parte di un’altra ragazza. Ciò dimostra che se vi è passione e tenacia non ci sono problemi irrisolvibili. D’altro canto, la tecnologia e l’uso dei macchinari hanno reso meno pesante, dal profilo fisico, l’attività sui cantieri.

La Ssic Ti pensa quindi a specifiche campagne informative per avvicinare sempre più giovani donne a queste professioni?

Cerchiamo da tempo di promuovere le belle professioni dell’artigianato dell’edilizia anche al mondo femminile. La Città dei Mestieri della Svizzera italiana sta riflettendo sull’opportunità di programmare in autunno dei webinar settoriali sulle diverse professioni, con l’obiettivo di sensibilizzare le ragazze, i ragazzi e le famiglie sull’importanza di anticipare le scelte. Sarebbe bello integrare anche il discorso delle professioni dell’edilizia al femminile.

Quali opportunità occupazionali e di carriera offre alle ragazze il settore della costruzione?

Le opportunità occupazionali sono molto buone in particolare nel ruolo di assistente tecnico, uno degli step della carriera professionale nella costruzione che permette di diventare capo squadra, capo muratore, assistente, impresario costruttore e infine ingegnere.

‘Il tasso di sfitto elevato sta mettendo pressione al mercato immobiliare’

Stanno per cominciare le ferie dell’edilizia. Come da tradizione, è tempo di bilanci. Come sono andati questi mesi contrassegnati ancora dalla pandemia?

Per fortuna sui cantieri quest’anno si è potuto lavorare, pur adottando le misure sanitarie preventive che ci siamo impegnati a divulgare tra le imprese. L’attività di cantiere spesso si svolge all’aperto e questo aiuta. Restano delicati i momenti delle pause in comune per il pranzo e gli spostamenti verso i cantieri con i veicoli aziendali. Il basso numero di contagi riscontrati sui cantieri dallo scoppio della pandemia credo sia frutto di un comportamento tutto sommato appropriato delle nostre maestranze. Sarà bene continuare così, visto quanto sta succedendo con le varianti e la loro elevata contagiosità. Per quanto attiene all’attività nel settore, in generale l’occupazione è stata confermata, seppure con sacrificio da parte imprenditoriale. Nel genio civile e nella pavimentazione stradale il lavoro c’è stato anche se alcuni progetti faticano ad “andare in cantiere”. Il tasso di sfitto elevato sta invece mettendo pressione al mercato immobiliare. Le imprese dovranno concentrarsi sulle ristrutturazioni e in questo ambito lo Stato ha la necessità di risanare diversi edifici pubblici. Tutti investimenti che potrebbero assumere anche l’auspicata valenza anticiclica.

Restando al tema coronavirus, si assiste purtroppo a una ripresa dei contagi. In alcuni Paesi una parte degli imprenditori vorrebbe introdurre l’obbligo per i propri dipendenti del ‘green pass’ o del tampone per accedere al posto del lavoro. I sindacati si oppongono. Se ne discute anche in Svizzera. La Società svizzera impresari costruttori sarebbe favorevole a una misura del genere?

La nostra associazione crede molto nel vaccino. Quando non era disponibile tutti lo invocavano e ora che esiste sarebbe peccato non farne uso. Sulla possibilità di imporlo “professionalmente” credo sia indispensabile stabilire con chiarezza simili misure a livello federale. È però una questione di responsabilità individuale e collettiva alla quale ognuno dovrebbe far capo senza nessuna imposizione. Ricordo che coloro che sono vaccinati, in caso di contatto con una persona ammalata, non dovranno più osservare il periodo di quarantena e questo è un aspetto rilevante che non riguarda soltanto la sfera privata dell’interessato, bensì l’interesse generale delle aziende e delle assicurazioni sociali. Il fatto di disporre di dipendenti vaccinati dà un po’ più di tranquillità alle imprese nella gestione del personale.

‘Grazie alla nuova legge confidiamo in procedure semplificate e rapide’

Cantieri edili e cantieri politici: a proposito di questi ultimi, all’esame del Gran Consiglio c’è il progetto di nuova legge cantonale dell’edilizia proposto dal Dipartimento del territorio. Come giudica la riforma di questa normativa? È particolarmente urgente per il settore?

La complessa fase di avvicinamento e d’accompagnamento per la nuova Legge edilizia è stata svolta con serietà. Le numerose cerchie interessate sono state ascoltate. L’unico aspetto per noi fondamentale che proprio non condividiamo – e per questo speriamo nell’intervento del parlamento! – riguarda l’eliminazione delle barriere architettoniche che, secondo la proposta governativa, dovrebbe avvenire anche per i lavori di riattamento, ristrutturazione o trasformazione di edifici (anche privati) a partire da 4 unità abitative. La Ssic Ti chiede di portare questa soglia da 4 a 8 unità abitative, rispecchiando così le disposizioni federali. I principi che sostengono la revisione sono buoni in quanto si intende ottimizzare il flusso d’informazioni tra i vari uffici di controllo (Comuni e Cantone) attraverso l’informatizzazione dell’iter della domanda di costruzione, fino ad arrivare all’inizio del cantiere e al collaudo dell’opera. Questi aspetti mostrano un potenziale interessante anche per migliorare l’attività di controllo sui cantieri. La verifica iniziale della completezza dei dati correlati alla domanda di costruzione permetterà inoltre di eliminare i tempi morti dovuti al richiamo di atti o allegati necessari ai vari Uffici per poter formulare la decisione in merito al rilascio della licenza edilizia. Ci aspettiamo dunque una semplificazione delle procedure e una riduzione dei tempi per l’esame delle domande di costruzione e questi aspetti sono per noi importanti e urgenti.

‘Volumi in calo in seguito alla minor spinta dell'edilizia abitativa privata’

Parliamo di prospettive, direttor Bagnovini. Quali sono quelle riguardanti i volumi di lavoro in Ticino, tenuto conto anche dell’importante aumento dei prezzi delle materie prime?

I volumi di lavoro nell’edilizia stanno calando in seguito alla minor spinta dell’edilizia abitativa privata e per questo i costruttori ticinesi necessitano, come detto, di investimenti anticiclici nell’edilizia pubblica. I grandi progetti nel genio civile e nella pavimentazione stradale sono parecchi anche se i pericoli di ricorsi e intoppi procedurali sono sempre dietro l’angolo e possono comportare ritardi importanti sull’apertura dei cantieri. A preoccupare è pure la forte concorrenza con la conseguente malsana corsa al ribasso nelle offerte. Il notevole aumento in atto da alcuni mesi dei prezzi di molti materiali da costruzione rappresenta una difficoltà in più, sia per le imprese, sia per i committenti. Diversi privati potrebbero addirittura rinunciare o ritardare gli investimenti previsti.

Quali i dossier sul tavolo, con riferimento in particolare agli aspetti contrattuali?

Per quanto riguarda il futuro del Contratto cantonale nell’edilizia, dopo la trattativa fallita in pieno periodo Covid, non abbiamo più avuto contatti con i sindacati. Il tema è comunque principalmente nazionale visto che il Contratto nazionale mantello scadrà anch’esso a fine 2022 e dunque bisognerà vedere cosa scaturirà a questo livello per poter valutare possibili scenari riguardanti il Contratto collettivo cantonale.