Ticino

Dal Gran Consiglio un passo avanti per il plurilinguismo

Via libera unanime dal parlamento alle modifiche proposte per potenziare l'insegnamento delle lingue attraverso gli scambi e la didattica. Bertoli: 'Buon segnale'

Ti-Press
24 febbraio 2021
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Un passo avanti concreto verso il plurilinguismo a scuola in un Ticino che resta fortemente attaccato alla propria italianità. È questo in soldoni quanto ha deciso oggi il Gran Consiglio dando il proprio sì unanime alla proposta di potenziare il sistema degli scambi linguistici, anche di lunga durata e pure per gli apprendisti, grazie al nuovo servizio ‘Mobilità e scambi’. Un servizio che, nota la correlatrice del rapporto della commissione parlamentare Formazione e cultura Daniela Pugno Ghirlanda (Ps), «è pensato come un centro di competenza che promuove scambi e stage in altre regioni della Svizzera, con progetti per la formazione dei docenti e lo sviluppo dell’insegnamento bilingue». Un tema, quest’ultimo, che «richiede una riflessione di fondo, vale a dire decidere quanto e quale spazio dare alle lingue nazionali senza mettere a rischio la nostra italianità: la salvaguardia dell’identità culturale è di interesse pubblico».

Guerra (Lega): ‘Finalmente ampliata la strada del plurilinguismo’

Regolando e dando basi legali all’insegnamento in più lingue a scuola, per l’altro correlatore, il leghista Michele Guerra, «finalmente ampliamo la strada al plurilinguismo nelle scuole». Globalmente, quello della commissione «è stato un lavoro certosino e massivamente condiviso da tutti, si tratta di un importante passo avanti per tutto il nostro sistema scolastico, senza colori politici. Da anni porto avanti il tema delle lingue, guido un sottogruppo di relatori che sta affrontando atti pendenti da anni come quello sull’anticipare l’insegnamento del tedesco a scuola e speriamo di arrivare a una soluzione condivisa». 

Il sostegno dei gruppi parlamentari

Per la liberale radicale Maristella Polli c’è un problema a monte: «La Svizzera italiana rappresenta il 3% degli scambi dalla Svizzera francese e il 12% dalla Svizzera tedesca. Si auspica che le modifiche che approviamo portino a un incremento di questi scambi linguistici, dando la possibilità a tutti i giovani di fare un’esperienza arricchente e vantaggiosa». Convinto appoggio anche da Maddalena Ermotti-Lepori (Ppd): «Siamo consapevoli che quello posto sia un obiettivo importante non solo perché porterebbe vantaggio alle singole persone, ma nell’ottica di arrivare a una miglior comprensione delle varie culture che compongono la Svizzera». Modifiche «assolutamente benvenute» per il democentrista Paolo Pamini e per la verde Cristina Gardenghi che afferma: «Gli scambi linguistici sono un elemento fondamentale per avere competenze man mano più solide».

Di «passo avanti di una certa rilevanza» parla anche il direttore del Dipartimento educazione, cultura e sport Manuele Bertoli. Che aggiunge come «l’adesione unanime è un buon segnale, confido che il Ticino possa rimanere un cantone fiero della sua lingua ma nel contempo un cantone che ha necessità e volontà di insegnare ai propri allievi, nel pubblico e nel privato, a essere immersi in una società che consideri il plurilinguismo come un elemento portante».