Ticino

Covid, ‘La priorità, oltre al lavoro, è la salute’

Il sindacato Unia, per bocca del suo segretario Giangiorgio Gargantini, contesta la narrazione istituzionale sulle aziende ‘come luoghi sicuri’

Giangiorgio Gargantini (Ti-Press)
9 febbraio 2021
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«‘Sul posto di lavoro non ci si ammala di Covid’. È stato il mantra da parte imprenditoriale per tutto l’autunno, ma sapevamo che non era così». Il segretario cantonale di Unia, Giangiorgio Gargantini, torna sulla polemica che ha preceduto il parziale lockdown in cui ci troviamo tutt’ora. L’occasione è la tradizionale conferenza stampa d’inizio anno dell’attività sindacale. «La Svizzera è stato l’unico paese in Europa a non segnalare i focolai sui luoghi di lavoro. Noi sappiamo invece che questi focolai ci sono stati, ma la narrazione istituzionale voleva far credere che era la famiglia il luogo pericoloso», continua Gargantini che contesta a Norman Gobbi, presidente del consiglio di Stato, la ‘retorica del passo del montanaro’. «Se in questi giorni i casi di contagio stanno visibilmente diminuendo, lo dobbiamo alle misure restrittive che ha preso il Consiglio federale. Arrogarsi questo merito è scorretto», aggiunge Gargantini che precisa: «se avessimo mantenuto le regole ticinesi, oggi conteremmo decine di morti in più e centinaia di casi d’infezione in più». Da qui la richiesta sindacale, alle autorità federali, di non allentare troppo in fretta le misure di contenimento della pandemia di coronavirus. «C’è una altra narrazione, che si sta imponendo in queste settimane che afferma che ‘siccome i casi di contagio stanno calando, allora bisogna riaprire le attività chiuse’. Secondo noi non deve essere così. Questo non è il momento di allentare le misure anche perché, come dimostrano altri paesi (Portogallo, Gran Bretagna e Francia), i casi di variante del virus sono in aumento», continua Gargantini. «I soldi sono stati messi a disposizione e dovranno permettere di risarcire chi ha dovuto chiudere le attività. La nostra priorità sindacale è quella di difendere oltre al lavoro, anche il diritto alla salute dei lavoratori», conclude.