Per recarsi in Italia continua a essere obbligatorio dimostrare comprovate esigenze di lavoro, di salute o di stato di necessità
Da lunedì Piemonte e Lombardia sono ‘zona gialla’. Meno restrizioni all’interno di queste regioni per gli abitanti, ma per i residenti in Svizzera cosa cambia? In sostanza nulla. Per muoversi sul territorio delle ‘zone gialle’ continua a essere obbligatoria «una comprovata necessità», spiegano le forze dell’ordine lombarde da noi contattate. Non basta dunque il solo certificato di un test effettuato nelle ultime 48 ore che certifichi la negatività al coronavirus. «Se una persona residente in Svizzera non giustifica il proprio spostamento all’interno della regione, rischia una multa di 533 euro», afferma un agente della polizia locale attivo in un Comune lombardo. «Noi verifichiamo che la persona sia munita di un’autocertificazione e che il suo spostamento sia motivato da comprovate esigenze di lavoro, di salute o di stato di necessità», aggiunge.
Nei giorni scorsi il governo ticinese ha inviato una lettera al Consiglio federale chiedendo l’introduzione urgente di nuove misure per limitare gli spostamenti fra Svizzera e Italia. Nella missiva due richieste: reintrodurre il divieto di recarsi all’estero per fare la spesa o andare al ristorante – con relativa multa in caso di contravvenzione alla regola – e introdurre dei test rapidi alla frontiera per chi rientra in Svizzera oppure l’obbligo di fornire un tampone negativo effettuato nelle ultime 48 ore. Per quanto riguarda i test sarebbero esclusi coloro che si spostano per motivi professionali.