Chiesta l’assoluzione dell’ex funzionario a processo per coazione sessuale nei confronti di una giovane donna
Secondo giorno del processo di appello all’ex funzionario del Dss. Nella sua arringa difensiva l’avvocato Niccolò Giovanettina ha basato la difesa – a suo dire – sulla «non credibilità dell’accusatrice privata» e su una sentenza di primo grado «basata su valutazioni morali che non c’entrano col diritto». Sentenza che aveva condannato l’uomo a 120 aliquote giornaliere, pari a 7’200 franchi, sospese e a una multa per coazione sessuale e ripetuta contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.
L’assunzione di un medicamento che, secondo la difesa, avrebbe interferito con la percezione degli eventi della donna e una cartella medica della psicologa. Questi i primi elementi utilizzati da Giovanettina per contestare la credibilità della donna: «La cartella medica ci racconta una storia triste, ma ci dice unicamente una cosa: ha sofferto prima e dopo la relazione col mio assistito. E a prescindere da lui». Poi altre incongruenze nei racconti dei verbali. E ancora, l’impossibilità che il 61enne si fosse recato con la vittima fra il 2003 e il 2004 in due locali per scambisti perché «questi luoghi hanno delle regole ferree», fornendo anche i suddetti regolamenti.
«Il mio cliente non ha mai scritto quello che la donna racconta che lui le diceva». Per l’avvocato non vi sono dunque prove di una coazione e ribadisce: «Non c'è linearità logica e coerenza comportamentale in nessuno dei differenti racconti della donna». E ancora: «Non ci sono casi simili nella giurisprudenza federale. Dare credibilità a questo racconto significa fare giurisprudenza, a mio avviso negativo».
Completamente in disaccordo la procuratrice pubblica Chiara Borelli e l’avvocato della donna Carlo Borradori. Entrambi sostengono la veridicità dei racconti della vittima e riguardo al medicamento Borelli spiega: «Era una dose minima che non inficiava sulla sua capacità intellettiva».
«La mia vita è totalmente cambiata. È stato distrutto il mio passato, il presente e non avrò più futuro. Al di là di tutto, resto un essere umano. Sono stato dipinto come un mostro e sbattuto in prima pagina», ha affermato l’ex funzionario del Dss tra le lacrime quando gli è stata data l’ultima parola.
Il verdetto è atteso per i prossimi giorni.