Si è aperto oggi il processo d’appello all'ex funzionario del Dss condannato per coazione sessuale: ‘Sono stati anni difficili. Ho ricevuto molte minacce’
«Ho perso tutti i miei contatti personali. Sono stati anni molto difficili». Così l’ex funzionario del Dss condannato in primo grado per coazione sessuale e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Al processo d’appello apertosi questa mattina a Locarno, la difesa del 61enne chiede l’assoluzione per l’accusa di coazione sessuale. I fatti contestati risalgono al 2004 e vedono coinvolta una giovane, all’epoca appena maggiorenne. La condanna di primo grado prevede una pecuniaria di 7’200 franchi pari a 120 aliquote sospese.
«La mia vita è stata stravolta, mi hanno insultato, aggredito, ho ricevuto telefonate e messaggi anonimi. Sono stati anni molto difficili nei quali, a causa di questo procedimento, ho vissuto questi anni sostanzialmente da recluso. Ho perso tutti i contatti personali tranne quelli con mia figlia».
La giudice Giovanna Roggero–Will ha voluto ricostruire i fatti contestati nell’aprile 2004. La vittima, visibilmente turbata, ha ripercorso gli eventi, raccontando di essere stata spinta dall’uomo, sotto minaccia, a praticargli del sesso orale e in seguito ad avere un rapporto completo. L’uomo aveva tentato il suicidio qualche giorno prima. «Mi ha mostrato i tagli ricuciti sui polsi e mi ha accusato di essere stata la causa del suo gesto. Mi ha detto che se non fossi tornata con lui avrebbe portato a termine il tentativo di togliersi la vita. Avevo paura che potesse farsi del male e ho ceduto alle sue richieste».
Il 61enne, ex funzionario del Dss, respinge ogni accusa.