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Lavoro ridotto, in una settimana un migliaio di domande

La Divisione dell’economia del Dfe si sta preparando a gestire le richieste delle aziende. Attivata una hotline

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(Ti-Press)
22 gennaio 2021
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Gli ultimi dati nazionali risalgono alla fine di novembre dello scorso anno, quando non era ancora stata decretata dal Consiglio federale la chiusura di ristoranti, bar, centri fitness, di svago e culturali e nemmeno il semi lockdown per i negozi che vendono beni non di prima necessità. Ebbene, a fine novembre la Seco (Segreteria di Stato all’economia) aveva pronunciato autorizzazioni per 626 mila persone, il 12% di tutti gli occupati. Le domande, invece, riguardavano 482 mila imprese in netta diminuzione rispetto al record fatto segnare lo scorso aprile quando erano 1,9 milioni. Si era però in una situazione di confinamento più restrittiva dell’attuale.
Per quanto riguarda invece il Ticino, gli ultimi dati si riferiscono a ottobre. Mese che faceva registrare 2’045 aziende che avevano beneficiato delle indennità per lavoro. In totale, stando all’ultima statistica della Seco per il Ticino, sono state conteggiate 904’320 ore di lavoro perse, ripartite su 15’259 dipendenti colpiti. In termini di dipendenti equivalenti a tempo pieno, il valore calcolato è di 5’024 unità.

Con il prolungo delle misure di chiusura di bar, ristoranti e attività sportive e culturali e l’estensione delle stesse anche a gran parte del commercio al dettaglio, è lecito attendersi un’altra impennata delle domande. «È molto difficile fare delle previsioni attendibili», spiega Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia. «Sono già un migliaio i preannunci di lavoro ridotto ricevuti dopo la comunicazione delle ultime restrizioni da parte del Consiglio federale», afferma Rizzi che rimanda al sito www.amstat.ch per i dettagli sulla disoccupazione parziale. 

«Tutti i servizi della Divisione dell’economia, nell’ambito delle loro competenze, sono costantemente impegnati a offrire il migliore sostegno possibile alle aziende», continua il dirigente pubblico. «Da giovedì della scorsa settimana, inoltre, è stata riattivata una hotline dedicata, mentre è stato ottimizzato il ricorso a strumenti digitali, che permettono di agevolare le procedure», ricorda Rizzi. «È il caso del formulario online per la richiesta delle indennità per lavoro ridotto, nell’ambito della cosiddetta ‘procedura agevolata’».

Procedura, quella agevolata, pensata la scorsa primavera e ribadita anche in questa occasione dal Consiglio federale per alleggerire il carico burocratico per aziende e casse disoccupazione.Tra le novità figura la soppressione, fino al 31 marzo e retroattivamente dal 1° settembre, del periodo di attesa per la riscossione delle indennità per lavoro ridotto (Ilr). La modifica retroattiva non richiede alcun intervento da parte dei datori di lavoro: l’assicurazione contro la disoccupazione adeguerà i conteggi e verserà la differenza. Inoltre è stata abolita la durata massima di riscossione delle Ilr di quattro periodi di conteggio in caso di perdita di lavoro superiore all’85% (retroattivamente dal 1° marzo 2020 e fino al 31 marzo 2021). Misure sono state prese per evitare che tale provvedimento abbia un impatto negativo sulle aziende una volta che non sarà più valido.

Il governo ha poi deciso di estendere il diritto alle indennità per lavoro ridotto anche ai dipendenti con un contratto a tempo determinato. In questo modo anche gli apprendisti delle aziende che hanno dovuto chiudere per ordine delle autorità potranno beneficiarne.