Due imprenditori accusati di aver fornito false informazioni per ottenere crediti Covid-19 per oltre un milione e mezzo di franchi poi usati per altri scopi
Sono gravemente sospettati di aver fornito a più riprese nel corso della seconda metà del 2020 false informazioni al fine di ottenere più crediti Covid-19 garantiti dalla Confederazione per un importo complessivo di oltre un milione e mezzo di franchi. Si tratta di due imprenditori, entrambi cittadini italiani, residenti nel Sottoceneri, arrestati di recente: a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro. A rendere noto il fermo dei due sono il Ministero pubblico e la Polizia cantonale. Il denaro conseguito "indebitamente", indicano gli inquirenti, sarebbe poi stato utilizzato per scopi estranei a quanto stabilito dall'Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19 e, in particolare, per far fronte a spese personali. Le principali ipotesi di reato sono quelle di ripetuta truffa e ripetuta falsità in documenti. L'inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Daniele Galliano.
In manette sono finiti un 60enne e un 46enne, stando a nostre informazioni. Il primo risiede nel Mendrisiotto, il secondo nel Luganese. Non avrebbero precedenti. Non è da escludere che fra i due vi siano dei collegamenti. Sullo sfondo vi sarebbero due società domiciliate a Lugano.
La lista dei furbetti o presunti tali dunque si allunga. Le due persone appena arrestate non sono le uniche finite nel mirino Ministero pubblico ticinese per aver abusato degli aiuti pubblici previsti dallo Stato per attenuare i contraccolpi della pandemia.