Dura presa di posizione da parte del sindacato che preannuncia ricorso e contesta la proposta di diminuzione dell'Istituto di Previdenza del Cantone
Il sindacato Vpod Ticino è furioso per la diminuzione delle rendite vedovili messa in atto dall'Istituto di Previdenza del Cantone Ticino (Ipct) da inizio 2021.L'associazione di categoria intende fare ricorso contro la decisione tramite casi concreti delle/degli associati vedove e vedovi a partire dal 2021. La Vpod esorta le/gli assicurati dell’Ipct a mobilitarsi per la difesa delle condizioni salariali e previdenziali!. La presa di posizione è firmata da il segretario Raoul Ghisletta e di Michela Pedersini, presidente della Vpod. La riduzione corrisponde a una conferma di quanto ha affermato il sindacato da tempo, portando avanti una campagna d’informazione capillare alle/agli affiliati: "la situazione dell’Ipct è ritenuta grave, ma i colpevoli non sono da cercare nei suoi organi direttivi, che sono vincolati da leggi cantonali e federali, contrariamente a quanto vuol fare credere qualche disinformato disinformatore". La responsabilità di questa riduzione è da attribuire alla "maggioranza parlamentare di questo Cantone, che si rifiuta di riconoscere il problema dell’Ipcte che tergiversa sul messaggio 7784 del 15 gennaio 2020 per la copertura del costo supplementare delle garanzie concesse agli over 50, aggiunge il sindacato. L’esito del rifiuto di approvare il messaggio è scaricare questi costi sulle spalle dell’Ipct e, di riflesso, su quelle delle/degli assicurati attivi più giovani", scrive la Vpod nella presa di posizione.
La riduzione delle nuove rendite vedovili dal 1° gennaio di quest'anno (che è del 16% per coloro che sono già in pensione o al beneficio delle garanzie del 2012, rispettivamente del 6% per gli altri) ci mostra però che nessuno delle/dei 26'000 assicurate/i all'Ipct può dormire sonni tranquilli. Infatti i rendimenti dei capitali in diminuzione e l’allungamento della speranza di vita conducono alla riduzione del tasso tecnico e del tasso di conversione, con gravissime conseguenze soprattutto per gli assicurati più giovani. Per questo il sindacato Vpod rivendica da tempo che il Cantone si assuma finalmente le sue responsabilità economiche, mettendo a disposizione le risorse finanziarie necessarie, così fatto in altri Cantoni. Il primo passo concreto da fare è la rapida accettazione da parte del Gran Consiglio del messaggio governativo 7784 per il versamento all'Ipct di 12,5 milioni di franchi annui per 40 anni a copertura unicamente del maggior costo delle garanzie. Purtroppo la maggioranza della Commissione gestione e finanze del Parlamento nicchia, tirandola per le lunghe e avanzando controproposte astruse. Addirittura la Lega dei Ticinesi minaccia il lancio di un referendum. Il primanostrismo leghista non sembra riconoscere come "nostri" i 26'000 affiliati all’IPCT: infermieri, operatori dell’assistenza e cura a domicilio, docenti, poliziotti, impiegati, guardie carcerarie, operai e altri. Se sciaguratamente e ingiustamente, continua la Vpod, il Parlamento non approverà il messaggio 7784, si finirà per ridurre sensibilmente le rendite delle/degli assicurati senza garanzie al 1.1.2012 tramite un abbassamento del tasso di conversione e/o si arriverà ad aumentare massicciamente i contributi a carico dei datori di lavoro e delle/degli assicurati attivi. Questo scenario ridurrebbe in un momento economico molto delicato il potere d’acquisto di 26'000 famiglie ticinesi, che abitano, spendono e pagano le imposte in Ticino, dando sostegno all'economia locale. Una scelta assurda anche dal profilo economico.