Ticino

Pensioni del Cantone, ‘ripristinare le rendite vedovili’

È quanto chiedono il gruppo socialista, con una modifica legislativa e l’Mps, con una petizione all’indirizzo del Cda dell’Ipct

L’ex cassa pensione dei dipendenti dello Stato, oggi Istituo di previdenza del Cantone Ticino (Ipct)
(Archivio Ti-Press)
17 gennaio 2021
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Nella seduta dell’8 ottobre 2020 il Consiglio di amministrazione dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct) ha deciso di modificare il Regolamento di previdenza dell’Ipct con effetto 1° gennaio 2021, riducendo le pensioni vedovili in aspettativa, ossia le pensioni relative a decessi di beneficiari primari (attivi, pensionati per vecchiaia o per invalidità) non ancora avvenuti (le pensioni vedovili attualmente in erogazione non subiscono modifiche). 

“Questa decisione - si legge in iniziativa parlamentare di Raoul Ghisletta per il gruppo socialista - lede le aspettative di migliaia di pensionati, che hanno costruito la loro previdenza professionale facendo fede alle istituzioni cantonali. Questo brusco peggioramento evidentemente non può più essere oggetto di contromisure volte a coprire la perdita finanziaria da parte dei pensionati e di altri assicurati vicini alla pensione: esso è pertanto assolutamente ingiusto”.

I tagli delle rendite vedovili decisi dall’Ipct riducono gli impegni complessivi a bilancio di 160 milioni di franchi. La riduzione di impegni è dovuta all’incirca per l’85% alle rendite vedovili in aspettativa di assicurati beneficiari di rendita già in pensione e per il restante 15% circa ai beneficiari delle garanzie a oggi non ancora in pensione. Da qui la richiesta al Cantone, con l’iniziativa parlamentare, di riconoscere tale somma, analogamente alla somma di 500 milioni di franchi oggetto del messaggio governativo 7784.

L’Mps lancia una petizione

Il Movimento per il socialismo intanto ha lanciato una petizione all’indirizzo dei membri del Cda dell’Ipct (No ai tagli delle nostre pensioni!) chiedendo di ritornare sulla decisione di tagliare le pensioni vedovili in aspettativa (tra il-10 e il -25%) e di non procedere alla riduzione del tasso di conversione (-19%)