Ticino

Studi di progettazione, sub judice sì, ma il Ccl c’è

Dal primo gennaio il settore degli architetti, ingegneri e disegnatori ha un contratto obbligatorio. Ricorso a Losanna chiede l’effetto sospensivo

(archivio Ti-Press)
21 dicembre 2020
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Il Contratto collettivo di lavoro per gli studi di progettazione (architetti, ingegneri e disegnatori) è realtà da quasi cinque anni. Le prime negoziazioni tra le parti risalgono a quasi dieci anni fa. Per l’entrata in vigore, però, mancava il sigillo delle autorità federali e cantonali per decretarne l’obbligatorietà generale nei confronti di tutte le aziende del settore e non solo di quelle firmatarie del contratto. Nelle scorse settimane questo iter si è concluso e dal primo di gennaio il Ccl diverrà lo strumento principale per regolare le condizioni di lavoro di un settore che - solo in Ticino - occupa più di 2’500 persone in oltre 400 studi. Sullo stesso, però, incombe un ricorso al Tribunale federale promosso dalla sezione ticinese dell’Usic (Unione svizzera degli studi consulenti ingegneri) e altri 13 studi che contesta proprio l’obbligatorietà generale. «Entro il 28 dicembre come partner sociali, siamo chiamati a presentare le nostre osservazioni al Tribunale federale. Dopo di che la massima corte giudiziaria svizzera si esprimerà sulla richiesta di sospendere o no l’entrata in vigore», spiega Dario Menaballi, presidente della Commissione paritetica studi di progettazione e rappresentante di Asiat, Associazione studi di ingegneria e architettura ticinesi che è la parte padronale dell’intesa. Gli altri due, in rappresentanza dei lavoratori, sono il sindacato Unia e l’Organizzazione cristiano sociale ticinese (Ocst). «L’Usic - lo ricordiamo - con l’opposizione a Losanna, sta esercitando un suo diritto. Noi ricordiamo, però, ai nostri associati e a tutti gli studi presenti in Ticino che comunque il prossimo 1° gennaio entrerà in vigore il Contratto collettivo e dovranno apportare, se necessario, le dovute modifiche salariale e le trattenute previste dallo stesso».

Sull’effetto sospensivo, Losanna si esprimerà a gennaio

Verosimilmente il Tribunale federale si esprimerà sulla richiesta di effetto sospensivo entro la prima metà di gennaio. «Non sappiamo se accetterà la richiesta o no, nel dubbio bisogna fare come se questo ricorso non ci fosse», afferma da parte sua Giorgio Fonio, sindacalista dell’Ocst. 

Per Igor Cima, sindacalista di Unia, il settore della progettazione ha conosciuto una forte deregolamentazione con condizioni salariali peggiorate nel giro di pochi anni. «Esistono contratti di lavoro a meno di 3mila franchi mensili lordi. Oppure persone formatisi all’estero assunte come stagisti. Il dumping salariale e sociale lo abbiamo constatato con mano in questi ultimi anni. Per questa ragione il Ccl di obbligatorietà generale è un argine a questo fenomeno e consente di ripristinare condizioni di concorrenza equa in questo ambito», afferma Igor Cima. Il Ccl, da questo punto di vista, prevede un salario minimo pari a 60mila franchi lordi l’anno. Soglia minima che aumenta a seconda della formazione e degli anni di esperienza.

L’obiettivo di questo contratto, ricorda ancora Dario Menaballi, «è innanzitutto quello di porre un freno ai casi di dumping presenti nel settore della progettazione, con le conseguenze negative a livello di immagine per le nostre professioni, anche agli occhi di quelli che sono poi i nostri clienti finali. Oltre a ciò si aggiunge anche la necessità di rendere attrattive queste professioni ai nostri giovani e quello di meglio tutelare le nostre categorie e competenze». In Ticino, vale la pena ricordarlo, esistono istituti di formazione di alto livello proprio in questo ambito come l’Usi, con l’Accademia di architettura di Mendrisio e la Supsi. «Negli anni è divenuto sempre più frequente il fenomeno di giovani, formatisi da noi costretti a emigrare oltre San Gottardo per trovare condizioni favorevoli a un adeguato riconoscimento della propria professionalità», aggiunge Giorgio Fonio che precisa che il Ticino «sarà il terzo Cantone, dopo Vaud e Ginevra, a dotarsi di un Ccl settoriale.

Ricordiamo infine che vigilare sul rispetto delle condizioni di lavoro c’è una commissione paritetica composta da otto membri, quattro in rappresentanza dei datori di lavoro (Asiat) e quattro in rappresentanza dei lavoratori (Ocst e Unia). Sul sito cpcdiverse-ti.ch è visionabile il documento frutto della collaborazione tra partner sociali, con tutti i dettagli relativi all’intesa.

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