Ticino

Finanze cantonali, Vitta: 'Il disavanzo rimarrà molto importante'

Il direttore del Dfe commenta l'aggiornamento dei conti, 244 milioni di deficit rispetto ai 270 previsti a fine agosto, e invita la politica a convergenze

Ti-Press
9 dicembre 2020
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Certo, è «un leggero miglioramento» quello portato dall'aggiornamento al 31 ottobre del Consuntivo 2020. Dai 269,5 milioni di franchi di disavanzo previsti a fine agosto si recupera qualcosina, arrivando ai 243,8 milioni di deficit annunciati oggi dal Consiglio di Stato. Un leggero miglioramento constatato dal direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, che però raggiunto dalla ‘Regione’ tiene ferma la barra: «Questi dati vanno presi con molto beneficio d'inventario perché siamo nel pieno di una fase di enorme incertezza. Grazie a una estate che in Ticino è andata particolarmente bene soprattutto nel settore turistico e ad altri fattori positivi, le stime di decrescita del Prodotto interno lordo che erano dell'8 per cento nello scorso aggiornamento erano state fissate dal Bak Basel a un -4,8 per cento. In questo aggiornamento intermedio delle finanze cantonali noi abbiamo arrotondato la stima del calo del Pil a -6 per cento, perché quella del Bak era risalente all'inizio della seconda ondata». Ogni dato però, prosegue il direttore del Dfe, «andrà valutato nei prossimi mesi alla luce dell'evoluzione reale, fare delle previsioni è difficile». Quello che è sicuro, purtroppo, è che «il 2020 registrerà un disavanzo importante. Se ci saranno alcune decine di milioni in più o in meno lo sapremo solo più in là nel tempo».

Vitta: ‘Dalla politica serve visione complessiva, non settoriale’

Un tempo che si prospetta lungo, visto che per anni saremo confrontati con cifre più che rosse. Quanto è importante che in questo periodo la politica mostri responsabilità fissando delle priorità di azione e i partiti non si limitino a difendere il proprio fortino? Insomma, questo aggiornamento delle finanze del Cantone è un'altra occasione per invitare alla responsabilità la politica? «Partiamo dal presupposto che il Paese sarà confrontato nei prossimi mesi e anni con sfide importanti e su più fronti: quello economico, quello sociale, quello finanziario...» premette Vitta. Per carità, «è giusto e importante che ci siano sensibilità e visioni diverse sui vari temi». Ma quello che per il direttore del Dfe «sarà importante» è principalmente «la capacità di mettere dei filtri, di trovare punti di unione perché, chiaramente, il Paese ha bisogno di poter fare dei passi in avanti e non di avere blocchi e veti incrociati». Sul tema, per Vitta «è importante il segnale che ci è arrivato dal Preventivo 2021, dove le forze politiche sono riuscite a trovare una convergenza che ha permesso di fare un passo avanti. In fondo si tratta proprio di confrontare diverse posizioni, giusto in democrazia, e con intenso lavoro di dialogo trovare convergenze, punti di incontro». L'auspicio di Vitta è che «prevalga una visione complessiva, non settoriale. Questo permetterà di tenere sotto controllo l'evoluzione delle finanze dello Stato, e la sua attività».

I numeri

Un rosso previsto di 243,8 milioni si diceva. Tra le maggiori spese rispetto al preventivo che ipotizzava un avanzo di 4,1 milioni di franchi - sembra una vita fa, eppure... - il Consiglio di Stato cita “+60 milioni di contributi per ospedalizzazioni nel Cantone, +10,1 milioni di spese legate all'emergenza sanitaria, +9 milioni d contributi per agevolazioni tariffali nel settore della mobilità, +4 milioni di contributi a istituti per invalidi e +3,4 milioni di contributi alle case anziani”. I minori ricavi, invece, sono determinati “principalmente dalla riduzione dei gettiti fiscali per 173,1 milioni di franchi, dal mancato incasso della tassa di collegamento per 18 milioni e dalle minori entrate dell'imposta alla fonte per 12,3 milioni”.

A mitigare, seppur parzialmente, gli effetti negativi ci pensa la Banca nazionale svizzera: grazie a un 2019 che ha portato “a un ottimo risultato”, la quota sull'utile per il Cantone Ticino aumenta a 82,5 milioni di franchi. Un incremento, però, “non strutturale e che potrebbe manifestarsi in modo più ridotto nei prossimi anni”.

In Ticino si fa più fatica

Intanto, dall'ultima indagine dell'Istituto ricerche economiche (Ire) emerge che in Ticino la ripresa è più lenta di quanto si sperasse: “Nel corso del terzo trimestre 2020, l'evoluzione economica in Ticino è stata maggiormente negativa rispetto alla media del territorio nazionale”. A livello settoriale, “si sono accentuate le difficoltà per il settore manifatturiero che presenterà un andamento negativo anche nel corso dei prossimi trimestri. Il settore alberghiero ha invece mostrato segnali incoraggianti di recupero. Continua invece la contrazione del settore del commercio, mentre crescono nuovamente i fatturati per le società attive nel settore finanziario”. Rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso, invece “il numero di posti di lavoro attivi sono scesi dell'1,3 per cento”.

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