Ecco la risoluzione della commissione parlamentare: intendiamo avvalerci di uno o due esperti indipendenti per analisi e proposte di miglioramento
Punto primo. "Alla Commissione giustizia e diritti è affidato l'incarico di approfondire le problematiche di natura organizzativa e procedurale emerse nell'ambito della procedura di rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico, allo scopo di valutare eventuali necessità di intervento a livello organizzativo e normativo". Punto secondo. "A tale fine, alla Commissione giustizia e diritti è data facoltà di avvalersi della consulenza di uno o più esperti indipendenti, cui affidare il compito di redigere un rapporto specialistico che si esprima sulle questioni indicate e che formuli concrete proposte di miglioramento, sia sul piano organizzativo sia normativo". Eccola la proposta di risoluzione che la commissione parlamentare 'Giustizia e diritti' chiede al plenum del Gran Consiglio, quando nella seduta che prenderà il via lunedì 14 dicembre sarà chiamato a eleggere procuratori pubblici e procuratore generale per i prossimi dieci anni, di approvare (il gruppo Plr deciderà a breve, dopo averlo discussa, se sottoscriverla).
La risoluzione è uscita stamattina dalla riunione commissionale insieme al rapporto sulle proposte di elezione in vista del rinnovo delle cariche in Procura. «Alla luce di quanto accaduto non potevamo voltare pagina come se niente fosse», ha dichiarato stamattina alla 'Regione' il presidente della 'Giustizia e diritti', il popolare democratico Luca Pagani.
"Nell'ambito della recente procedura per l'elezione di venti procuratori pubblici - si afferma nella proposta di risoluzione - sono emerse, a più livelli, problematiche e criticità di natura organizzativa e procedurale. I temi in discussione sono oggettivamente complessi e sensibili, chiamando in causa anche principi fondamentali di uno stato di diritto, quali la separazione dei poteri e il rispetto dei diritti procedurali garantiti a livello costituzionale".
In linea generale, prosegue la risoluzione, "si è riscontrata l'assenza di un disciplinamento sufficientemente preciso dei meccanismi di monitoraggio dell'attività del Ministero pubblico e delle procedure di valutazione dell'operato dei magistrati, sia dal profilo quantitativo sia qualitativo. Una riorganizzazione del Ministero pubblico, in particolare con una ridefinizione delle competenze della sua Direzione (Procuratore generale e sostituti Procuratori generali), appare sempre più necessaria per un più efficace controllo interno e per una migliore organizzazione operativa". E questo "indipendentemente dalle riflessioni sul potenziamento del Ministero pubblico e sull'estensione delle competenze decisionali dei segretari giudiziari, oggetto del messaggio governativo 7714, già all'esame della Commissione giustizia e diritti".
La complessità e l'ampiezza della materia "richiamano, a giudizio della Commissione giustizia e diritti, l'esigenza di poter fare capo a uno o più esperti, ai quali affidare il compito di procedere a un approfondimento di tutti i temi citati e di indicare le diverse possibilità di miglioramento, a livello organizzativo e normativo, se del caso attraverso un approfondimento delle differenti soluzioni adottate sia a livello federale sia nei singoli Cantoni".