Inoltrata un'iniziativa cantonale per ridefinire i crimini contro l'integrità sessuale
“Ad oggi la legge non prevede che i reati contro l'integrità sessuale si basino sulla mancanza di intesa”, denunciano i Verdi del Ticino, che insieme a deputate di altri partiti hanno inoltrato un'iniziativa cantonale ”con l'intento di spingere il Governo federale ad aggiornare la legge vigente”. Secondo i firmatari “l'assenza di mutuo consenso per atti di natura sessuale deve essere sufficiente a costituire un illecito”.
Nel testo dell'iniziativa viene citata un'indagine dell'istituto di ricerca Gfs Berna del 2019, dal quale emerge che il 22% delle donne ha subito atti sessuali non consensuali nel corso della propria vita e solo l'8% ha denunciato alla polizia le violenze subite. “Uno dei motivi – scrivono i firmatari – è che il diritto penale svizzero non prevede la punibilità del reato solo sulla base dell'esistenza o meno di un consenso reciproco”.
Nel testo dell'iniziativa viene ricordato inoltre che la Svizzera ha sottoscritto nel 2018 la Convenzione di Istanbul, secondo la quale “il reato è previsto per ogni rapporto sessuale non consensuale senza che la vittima debba essere resa incapace di resistere”. Per il diritto penale della Confederazione, spiegano i firmatari, “le uniche condizioni per la punibilità dell'atto di atto di coazione sessuale sono l'uso della violenza, della pressione psicologica o dell'impedimento alla resistenza”. I Verdi del Ticino sostengono dunque che sia necessario intervenire in maniera legale e continuare a sensibilizzare la popolazione per eliminare l'approccio che “banalizza l'atto, giustifica il carnefice e colpevolizza la vittima”, come pure inserire una disposizione che punisca le molestie sessuale.
Le richieste