Ticino

‘Rileviamo anche i crimini d’odio’

In molti Cantoni si rilevano già dati sulle aggressioni basate sull’orientamento sessuale, ma servirebbe ‘una statistica unitaria’ per tutta la Svizzera

Da febbraio è punibile penalmente l'incitamento all'odio basato sull'orientamento sessuale (Ti-Press)
24 novembre 2020
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Il Consiglio di Stato dovrebbe collaborare con le autorità federali per realizzare una statistica relativa ai reati di incitamento all’odio o discriminazione contro una o un gruppo di persone per la loro razza, etnia, religione o per il loro orientamento sessuale (articolo 261bis del Codice penale). È quanto chiede la Commissione giustizia e diritti nel rapporto – redatto da Giorgio Galusero (Plr) e Carlo Lepori (Ps) – firmato lunedì scorso in merito alla mozione presentata nel giugno del 2019 da Laura Riget (Ps) e cofirmatari intitolata ‘Per una chiara statistica delle aggressioni Lgbti-fobiche’. La commissione chiede anche al governo di “estendere la formazione della Polizia cantonale, delle polizie comunali e della Magistratura sulla gestione” di questo tipo di aggressioni.

La mozione in questione chiede che le aggressioni di carattere Lgbti-fobico siano registrate dal Cantone e che tali dati statistici vengano pubblicati regolarmente. “Queste statistiche fornirebbero un quadro più chiaro sulla gravità di questo problema sociale e della sicurezza delle persone Lgbti”, si legge nel testo. Stando al Consiglio di Stato, i Cantoni non sono tenuti a registrare il movente e non è quindi possibile effettuare una statistica pertinente dei reati commessi in relazione all'orientamento sessuale, si leggeva nel messaggio governativo con ci l'esecutivo invitava il Gran Consiglio a respingere la mozione. Il governo ha però sostenuto che questa situazione avrebbe potuto cambiare con l’approvazione alle urne (effettivamente avvenuto il febbraio scorso) dell'estensione della cosiddetta norma penale antirazzismo anche alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale (art. 261bis). Passi avanti in quest'ambito sono dunque stati fatti, ma, secondo la commissione giustizia e diritti, vi sono ancora diversi aspetti problematici che riguardano l'introduzione di una statistica sui crimini d’odio bastai sull'orientamento sessuale. In particolare, “per avere dati significativi è indispensabile avere una statistica unitaria per tutti i Cantoni, rilevata secondo gli stessi criteri, si legge nel rapporto. Attualmente questi dati vengono infatti raccolti in molti Cantoni, così come nella città di Zurigo, ma non ovunque. Un altro problema è rappresentato dal fatto che “chiedere alla vittima il proprio orientamento sessuale costituisce una forte ingerenza nella sua sfera privata e potrebbe avere un effetto discriminante/traumatizzante o comunque costituire una domanda non gradita”.  Inoltre, “una statistica già a livello di Polizia non sarebbe dunque significativa considerato che il motivo spesso non è o non è ancora evidente“. Un’alternativa potrebbe essere quella di effettuare un ‘sondaggio di vittimizzazione’ con un modulo specifico. Dopo queste considerazioni la commissione ha comunque chiesto al Consiglio di Stato di realizzare, in collaborazione con le autorità federali, “una statistica relativa all’art. 261bis del Codice penale, ventilata sulle varie fattispecie” e di “sperimentare ‘statistiche di vittimizzazione’ per le fattispecie dell'art. 261bis e di altri delitti come la violenza domestica”.