Lara Filippini (Udc) chiede al Consiglio di Stato se il modello proposto sia adatto allo scopo
In Ticino ci sono circa ottocento sordi, in Svizzera diecimila "e, se si contano anche i deboli d’udito, arriviamo a un milione". Ergo: "Aiutarli a comunicare con chi non ha questi handicap invisibili è il minimo", afferma la deputata democentrista Lara Filippini alludendo all'uso obbligatorio della mascherina per contrastare la diffusione del coronavirus. Con un'interpellanza Filippini chiede quindi al Consiglio di Stato se la mascherina trasparente, proposta dalla Federazione svizzera dei sordi in Ticino, sia adatta allo scopo, se eventualmente sia stata individuata sul mercato una mascherina trasparente adatta alla situazione attuale e in tal caso quando verrà immessa in commercio e quale sarà la sua fascia di prezzo.
"Chi ha vista, udito e voce intatti a volte - scrive Filippini - non dà sufficientemente peso alla loro importanza. Quello che un tempo era visto come un handicap che impossibilitava la persona nello svolgere una vita 'normale', oggi è visto come un limite assolutamente superabile anche grazie alla tecnologia. Poi, però, è arrivato il Covid-19 e se all’inizio portare la mascherina era una scelta per ognuno di noi, ora è un obbligo e come tale limita fortemente non tanto chi come me può sentire e parlare, ma chi invece non può farlo". Federazione svizzera dei sordi "aveva già pubblicato ad aprile un flyer e un video con cui spiegava ai professionisti e al pubblico in generale come comunicare con le persone sorde quando indossano una mascherina. si sono anche attivati con un servizio per la traduzione dei linguaggi dei segni via Skype, Zoom, Whatsapp, ecc., ma è un servizio chiaramente che non può soddisfare tutte le domande e il problema resta nel quotidiano: quando si va a fare la spesa, in farmacia, in posta, in ospedale, a scuola, ecc".