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Sondaggio Plr, le domande per tracciare il proprio futuro

Dalla congiunzione col Ppd alle priorità da darsi e alle speranze per il futuro: i quesiti di gfs.bern in arrivo alla base liberale radicale ticinese

Infografica laRegione
3 settembre 2020
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Quarantuno domande. Diciotto pagine, di cui ‘laRegione’ ha potuto prendere visione, fitte di quesiti a risposta multipla o aperta su tutto ciò che riguarda, da vicino ma anche da lontano, gli ultimi anni del Partito liberale radicale e il suo futuro: scelte, schieramenti, temi, alleanze, prospettive. Quarantuno domande che la base del Plr sta ricevendo in questi giorni a casa e che fanno parte del sondaggio ‘Progetto di rilancio’ preparato dall’istituto di ricerca gfs.bern grazie ai suggerimenti, agli spunti nati da due gruppi di lavoro composti da persone vicine al Plr, di area, ma non da eletti o con cariche dirigenziali all’interno del partito. Questioni suggerite dalla base stessa quindi, le cui risposte aiuteranno lo sviluppo della ‘Agenda 2030’ sulle priorità del partito.

Manco a dirlo, si comincia con la domanda delle domande: “Per l’elezione del Consiglio nazionale del 2019, il Comitato cantonale Plr ha optato per una congiunzione di liste con il Ppd: ha considerato la congiunzione di liste tra Plr e Ppd come un elemento positivo o negativo della campagna elettorale?”. Se le urne, con la sconfitta del liberale radicale Giovanni Merlini, sembra abbiano dato una risposta chiara sarà interessante vedere in un sondaggio con garanzia di anonimato quale sarà il risultato, soprattutto se messo insieme a quello della domanda immediatamente seguenti: “Qual è secondo lei il motivo principale per cui il Plr ha perso il seggio al Consiglio degli Stati?”. Le possibilità di risposta non prendono in considerazione solo la congiunzione tecnica col Ppd, ma comprendono anche temi attuali come “l’attualità della questione femminile/promozione delle donne”, gli orientamenti politici dei vari candidati e sì, anche una forte autocritica: “la debole campagna del Plr per il Consiglio nazionale” e “la debole campagna del candidato Plr per il Consiglio degli Stati”.

E sulla nuova presidenza...

Come detto più volte dal presidente Bixio Caprara, questo sondaggio vuole porre le basi per il futuro del partito e per la futura dirigenza. Quindi, una volta chiarito come la pensa la base sul passato, è importante capire quale futuro si voglia. Ed ecco quindi le domande sulla strategia - ovvero se rimanere indipendenti, concentrandosi sul centro politico, o se avviare una più stretta collaborazione con Ps, Ppd, Udc, Lega, Verdi o Verdi liberali - e sulle cause per le quali “il Plr ha difficoltà ad attrarre nuovi elettori su larga scala”. Il resto viene a ruota, con la densa parte di domande che riguarda l’obiettivo politico principale del Plr per le elezioni cantonali del 2023 - tra le opzioni figura anche l’ottenimento di un secondo seggio in Consiglio di Stato -, il posizionamento del partito nella politica cantonale tra destra e sinistra, i problemi più urgenti che la politica deve risolvere, le vere priorità che dovrebbe darsi il partito “per problemi soprattutto legati al Canton Ticino”. A completare il sondaggio è la parte di quesiti relativa al rilancio della comunicazione interna, quindi sul come mobilitare la base e su quali strumenti usare per questa operazione. Ultima e quarantunesima domanda, sicuramente non per importanza ma quasi da considerarsi com summa finale, le tre caratteristiche che dovrà avere chi succederà a Caprara alla presidenza.

La genesi del sondaggio e quella fredda sera a Locarno

Era il 28 novembre dell’anno scorso ed erano passati dodici giorni dalla batosta al ballottaggio del Consiglio degli Stati quando, in una sala dove il gelo era pari all’esterno ma a dirlo erano gli sguardi e non il termometro, il Plr ha convocato il Comitato cantonale per discutere su come rialzarsi. Una riunione iniziato con sul tavolo la richiesta di dimissioni dell’Ufficio presidenziale avanzata dal deputato Matteo Quadranti, poi rientrata dopo un dibattito aspro, a tratti urlato, dove la comprensibile tensione è stata protagonista. Una fiducia a tempo e tiepida, quella concessa a Caprara. Il quale, nel suo progetto di rilancio, per la prima volta ha parlato di questo sondaggio e della formazione dei gruppi di lavoro tematici interni al partito per proporre atti parlamentari e risposte concrete sui temi d’attualità. Sondaggio e gruppi di lavoro che, nel discorso al Comitato cantonale del 25 giugno con il quale ha ufficializzato la sua volontà di non sollecitare un altro mandato alla presidenza del Plr, Caprara ha definito “fondamenta ideali per la nuova presidenza”. Alla riunione del ‘parlamentino’ liberale radicale che si terrà stasera a Canobbio si saprà di più in merito alla data del congresso. E, a dieci mesi dalle tensioni di Locarno, anche su come è stato accolto il sondaggio.  

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