Il Dipartimento scrive all'Ufficio federale della sanità pubblica. Parlamentari e Acsi: 'Inaccettabile un nuovo incremento'. Le iniziative ticinesi agli Stati
Premi di cassa malati: il conto alla rovescia è cominciato. Entro fine mese Berna dovrebbe comunicare gli importi per il 2021. «Sappiamo che per il 2020 l’aumento dei premi è stato del 2,5%, ma che i costi saranno molto probabilmente inferiori - annota il Dipartimento sanità e socialità interpellato dalla ’Regione’ -. Sui premi 2021 vige come sempre l’obbligo per i Cantoni di non divulgare informazioni prima della loro approvazione. In considerazione dei dati incompleti e dell’ammontare delle riserve a livello nazionale che sono il doppio del limite normativo, nonché tenuto conto della situazione particolare dovuta alla pandemia da coronavirus, il Cantone Ticino - sottolinea il Dss - auspica dei premi 2021 invariati». Ticino che «partecipa da anni attivamente alla procedura d’approvazione dei premi, competenza attribuita di per sé alla Confederazione la quale chiede un parere ai Cantoni. Il lavoro puntuale e dettagliato del nostro Cantone fatto negli scorsi anni ha permesso - sostiene ancora il Dipartimento - di ottenere anche delle correzioni di premio per alcune casse. Da due anni a questa parte, invece, l’Ufficio federale della sanità pubblica, peraltro in applicazione di quanto disposto dalla Legge sulla sorveglianza degli assicuratori malattia, fornisce ai Cantoni solo dei dati parziali sui costi preventivati, tralasciando informazioni essenziali quali i ricavi da premio, impedendo di fatto una visione completa della situazione delle singole casse e di conseguenza un esame critico e costruttivo delle proposte di premio per l’anno futuro». Verso metà agosto i vertici del Dss, con una lettera firmata dal direttore Raffaele De Rosa e dal responsabile della Divisione della salute pubblica Paolo Bianchi, si sono così rivolti all’Ufficio federale della sanità pubblica «esprimendo disappunto sulla fornitura parziale dei dati» e «auspicando in maniera ferma e convinta, in questa fase molto delicata e particolare, nessun aumento dei premi per il 2021».
Il Dss si è dunque mosso. E richiama, inoltre, «il contenuto delle tre iniziative elaborate lo scorso anno che invocano maggiore trasparenza e più forza ai Cantoni, riserve eque e adeguate e premi commisurati ai costi». Già, le tre iniziative. Era il 10 dicembre 2019 quando il Gran Consiglio le ha sottoscritte. Proposte dal Dipartimento guidato da De Rosa e avallate dal Consiglio di Stato, sono state approvate dal parlamento cantonale quasi all’unanimità: 73 i favorevoli, tre gli astenuti. Frenare l’incremento dei premi, tramite una modifica della Legge federale sulla vigilanza sull’assicurazione malattie (vedi infografica): tale l’obiettivo delle iniziative. Ambizioso, ma senz'altro legittimo dopo le reiterate stangate. “Come deputazione faremo in modo che ottengano delle risposte in tempi brevi, con l’auspicio ovviamente che vengano accettate dal parlamento federale”, aveva dichiarato l’allora presidente della deputazione ticinese alle Camere, il consigliere agli Stati democentrista Marco Chiesa.
Le tre iniziative ticinesi sono state assegnate al Consiglio degli Stati. Ovvero alla Camera dei Cantoni, essendo iniziative appunto cantonali. A esaminarle sarà la Commissione sicurezza sociale e sanità, di cui fa parte anche la socialista Marina Carobbio, attualmente pure alla testa della deputazione ticinese. «Mi impegnerò affinché vengano trattate entro la fine di quest’anno, al più tardi agli inizi del prossimo, quando sui nostri tavoli arriveranno anche le iniziative del Ps e del Ppd sempre in tema di premi di cassa malati e costi», afferma la consigliera agli Stati. «In queste settimane - spiega - siamo alle prese con Avs 21, una riforma estremamente importante e urgente. Spero che le iniziative ticinesi possano essere vagliate nell’ambito del messaggio del Consiglio federale sulle misure di risparmio riguardanti i costi sanitari».
A breve intanto verranno annunciati i premi 2021. La presidente della deputazione ticinese alle Camere condivide l’auspicio del Dss. «Secondo me i premi oggi non devono assolutamente aumentare. Le casse malati - prosegue Carobbio - hanno anche delle riserve che servono ad affrontare pure situazioni eccezionali, come questa pandemia». I cittadini «sono confrontati con la crisi economica e il potere d’acquisto delle famiglie dei ceti bassi e medi si ridurrà: alla luce di tutto questo non si può accettare un ulteriore incremento dei premi». Rilancia il consigliere nazionale del Plr Alex Farinelli: «Mi aspetto che non ci sia nessun aumento dei premi e che il competente ufficio federale e il ministro titolare del dossier, Alain Berset, si facciano parte attiva in tal senso». Rileva Farinelli: «Chi fa parte di questo meccanismo deve capire che lo stesso presenta delle criticità. Pochi giorni fa si è appreso che gli assicuratori malattia hanno nuovamente aumentato le riserve, ora a oltre 11 miliardi di franchi. Cosa che inizia a essere insostenibile, a maggior ragione se all'incremento delle riserve dovesse aggiungersi quello dei premi. Se si tira troppo la corda, verosimilmente la politica interverrà in maniera più incisiva: il quadro legale del resto lo fa il legislatore federale».
«Il discorso relativo alle riserve ha deviato l’attenzione da quello che per me è il vero problema, che è l’aumento dei costi», avverte la segretaria generale dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi) Laura Regazzoni Meli: «Questo aumento lo possiamo frenare solo eliminando le prestazioni inutili, noi da anni denunciamo una sovramedicalizzazione che penalizza gli assicurati e fa salire i premi: calcoliamo un 20/30 per cento». Anche perché, continua Regazzoni Meli, «la percezione delle persone in merito a queste riserve eccedentarie è che si tratti di cifre molto elevate, ma coprirebbero solo due o tre mesi di premi. Se fossero eliminate e ridistribuite agli assicurati il vantaggio sarebbe qualche mese di premio risparmiato (il che non è poco), ma i costi continuerebbero a crescere. Noi consumatori dobbiamo diventare più attivi, porci e porre domande ai medici sulla reale necessità dei trattamenti che ci vengono proposti (ricordo la tessera dell’Acsi sulle buone domande da porre al medico) e anche chiederci se siamo disposti a rinunciare al superfluo. L’argomento è molto delicato».
Costi che però in Ticino sembrano calare rispetto all’anno scorso: il Dss alla ’Regione’ fa sapere che «i costi ospedalieri in Ticino nel primo semestre 2020 sono diminuiti del 10,7 per lo stazionario e dell'8,6 per cento per l’ambulatoriale». Ebbene, «con la pandemia molti interventi non sono stati effettuati - osserva la segretaria dell’Acsi -. Molto probabilmente fra questi ci sono anche interventi che non erano necessari». E in previsione della comunicazione dei premi di cassa malati per l’anno prossimo è categorica: «Se calano i costi, i premi non devono assolutamente aumentare ma semmai diminuire. I premi 2021 si baseranno sui costi 2020 e sulle previsioni per il prossimo anno e può darsi che gli assicuratori rispondano che si dovranno recuperare gli interventi non effettuati a causa della pandemia. Ci sarà senza dubbio qualcosa di vero, ma non tutto, le prestazioni non veramente necessarie non dovranno essere effettuate».