L'Associazione per la difesa del servizio pubblico chiedeva un intervento più incisivo da parte della cosigliera federale Simonetta Sommaruga
Lo scorso mese di giugno l’Associazione per la difesa del servizio pubblico ha scritto una lettera alla presidente della Confederazione e direttrice del Datec, Simonetta Sommaruga, con la quale chiedeva un autorevole intervento per migliorare il servizio delle Ffs, nonché per ridurre i prezzi. Infatti, la gestione privatistica delle Ffs in atto da vent’anni (privilegiare gli aspetti finanziari a scapito della qualità del servizio all’utenza) sta provocando disagi considerevoli all’utenza (ritardi, affollamenti, incidenti). Anche i prezzi sono altissimi, tra i più cari in Europa.
L’Associazione, per risolvere nel migliore dei modi tali problemi, suggeriva tra l’altro il ripristino del servizio pubblico quale priorità. A questa lettera Simonetta Sommaruga, a fine luglio, ha risposto con una comunicazione circostanziata. Essa precisa, tuttavia, che i problemi di capacità e di puntualità derivano dall’aumento del volume di traffico e non da problemi di gestione. Essa, precisa, rimangono in ogni modo “a un livello accettabile per la clientela”. Per quanto riguarda i prezzi Sommaruga afferma che “prezzi equi e ragionevoli nel trasporto pubblico presuppongono che i costi non lievitino oltre misura". Globalmente, tuttavia, sottolinea la presidente della Confederazione, "ritengo che l’azienda delle Ffs e il trasporto pubblico in Svizzera si stiano muovendo nella giusta direzione”.
"Come si può constatare, quindi, la direttrice del Datec ritiene che tutto va sostanzialmente bene. Che non sia necessario nessun particolare intervento. Nessun accenno nemmeno ai problemi derivanti dalla privatizzazione parziale del traffico merci, il cui volume è addirittura diminuito negli ultimi anni in favore del traffico su gomma, in manifesto contrasto con i principi ripetutamente affermati da tutti, di ridurre il traffico motorizzato", fa notare l'Associazione per la difesa del servizio pubblico che scrive come "non è questo il sentimento di molti cittadini". Tuttavia, il tentativo dell’Associazione di sensibilizzare la direttrice del Datec a consacrare una maggiore e diversa attenzione alle Ffs non ha avuto successo. "Per cambiare, occorrono probabilmente altri strumenti: iniziative parlamentari o meglio ancora iniziative popolari. Un’ultima annotazione: con la nostra lettera avevamo proposto un incontro in Ticino per poter affrontare meglio la questione. Questa richiesta non ha ricevuto nessuna risposta", si conclude.