Ticino

'Aumentare le imposte? Cittadini ancor più in difficoltà'

Coronavirus e risanamento casse cantonali, la maggioranza dice no ad 'aggravi fiscali'. Agustoni: sarebbero insostenibili

11 agosto 2020
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L’Udc mette le mani avanti e preannuncia “opposizione dura” se l’ipotesi di un aumento delle imposte per risanare le casse cantonali duramente colpite dalla pandemia dovesse prendere forma. Sulla stessa linea, e sempre nero su bianco, il movimento di via Monte Boglia. Il quale “esprime totale contrarietà ad ogni e qualsiasi aggravio fiscale, a cui la Lega dei Ticinesi si opporrà anche facendo ricorso ai diritti popolari: è inaccettabile mettere ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini e dell’economia, a maggior ragione in periodo di crisi”. Il Cantone “deve semmai cominciare a risparmiare, stabilendo finalmente delle priorità nella spesa pubblica”. Ma è ampio lo schieramento dei contrari alla proposta avanzata lo scorso giugno dai socialisti, con un’iniziativa parlamentare, di riportare al 100% (oggi al 97) il coefficiente cantonale di imposta. “Nel definire il percorso di riequilibrio dei conti si aprirà inevitabilmente un confronto sul tema degli ambiti di intervento che andrà a toccare sia il fronte delle uscite che quello delle entrate. In quel contesto potrà essere discusso dalle parti anche il tema del coefficiente cantonale”, ha indicato al ‘Caffè’, nell’intervista pubblicata l’altroieri, il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, senza comunque entrare nel merito della richiesta del Ps. «È giusto valutare dal profilo tecnico tutti gli scenari, ma poi c’è il discorso politico e io dico che oggi un incremento delle imposte non è sostenibile», dichiara alla ‘Regione’ il capogruppo dei popolari democratici in Gran Consiglio Maurizio Agustoni. «Nei prossimi mesi – aggiunge il parlamentare – una parte importante della popolazione sarà confrontata verosimilmente con una situazione economica peggiore di quelle degli ultimi anni: il suo potere d’acquisto si ridurrà ulteriormente o al limite stagnerà. Se in queste condizioni lo Stato decide di innalzare le imposte, il ceto medio sarà ancor più in difficoltà. Una simile misura inoltre non aiuta certo a sostenere i consumi. Sarebbe insomma un segnale sbagliato». C’è di più. «Anche riportando il moltiplicatore al 100 per cento, a com’era prima della riforma fiscale scattata in gennaio, non riusciremmo in alcun modo a colmare un disavanzo che per il 2021, stando alle previsioni del Dfe, dovrebbe aggirarsi sui 300 milioni di franchi».

Quindi? «Non bisogna pretendere di riequilibrare i conti dello Stato in un anno, a meno di tagliare le prestazioni sociali e/o di incrementare le imposte: allo stato attuale due scenari da scartare assolutamente – sottolinea il capogruppo del Ppd –. Dobbiamo allora predisporre un piano, che contempli più misure, per riassorbire gradualmente i deficit dei prossimi due, tre anni, mantenendo un importante obiettivo: il riequilibrio delle finanze».

Gianella: limitare le spese dove possibile

Per Alessandra Gianella, capogruppo del Plr, «pensare di aumentare le imposte in questo momento è sbagliato. E ciò perché si toglierebbero risorse ai cittadini che si trovano già in un momento di difficoltà». La deputata osserva inoltre che il consigliere di Stato liberale radicale ha semplicemente affermato che «tra tutte le proposte arrivate, sul tavolo vi è anche questa e quindi ci sarà sicuramente una discussione, un confronto in merito». Visto che il governo si aspetta per quest’anno e per il prossimo un disavanzo di circa 300 milioni a causa delle mancate entrate e delle uscite straordinarie dovute alla crisi legata alla pandemia di coronavirus, «è chiaro che bisognerà valutare» come agire. «Per noi la priorità è quella di salvaguardare i posti di lavoro e investire nella formazione, così come nell’innovazione, limitando le spese dove è possibile». Fortunatamente, «partiamo da una situazione abbastanza favorevole, grazie al risanamento finanziario» avvenuto negli scorsi anni. Ora occorre esaminare le proposte che vi sono sul tavolo, riflettere attentamente e trovare soluzioni condivise: «Chiaramente ogni partito ha le sue priorità e bisogna trovare il modo di mettersi d’accordo» su quali siano quelle più adatte per affrontare il futuro.

Sirica: si tratta di non diminuire le entrate

Commenta il copresidente del Ps Fabrizio Sirica: «Si sa bene che certi calcoli alla base dei recenti sgravi fiscali erano calibrati su tutt’altra situazione finanziaria. Oggi invece siamo in una situazione di emergenza per le finanze cantonali e comunali. Non si tratta – rileva ancora il deputato al Gran Consiglio – di aumentare le entrate tramite aggravi fiscali, si tratta di non diminuirle. Occorre rendersi conto che questo è il momento di non abbassare le imposte, ma di mantenerle come erano prima dell’ultimo pacchetto».

Dal canto suo, Nicola Schoenenberger, capogruppo dei Verdi, vorrebbe innanzitutto capire se i 300 milioni di disavanzo prospettato siano un importo effettivamente plausibile. Dunque, «è ancora un po’ presto per fare bilanci e la proposta di innalzare il coefficiente d’imposta è pertanto difficile da valutare». Resta il fatto che, secondo il deputato ecologista, in un momento di crisi come questo la priorità non deve essere quella di aumentare le tasse ai cittadini. E questo anche se «a pagare di più sarebbero le persone con grandi patrimoni, piuttosto che quelle a basso reddito». Per Schoenenberger una possibile via da percorrere potrebbe essere piuttosto quella di «ritardare l’implementazione della riforma fiscale» approvata dal parlamento lo scorso novembre. Una riforma (che come scritto ha, tra l’altro, dato il via libera all’abbassamento del moltiplicatore al 97%, appunto, per questo anno e al 96% nel 2024) alla quale «ci eravamo opposti».

Il dibattito è lanciato e anche il Gran Consiglio sarà chiamato a individuare, in maniera responsabile, coerente e condivisa, le priorità. Vedremo.