Ticino

Parità salariale, arriva la piattaforma 'Respect8-3.ch'

L'Ocst lancia un sito internet alla vigilia dell'entrata in vigore della modifica della Legge sulla parità, che non soddisfa: 'Occorre fare molto di più'

Ti-Press
30 giugno 2020
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Promuovere una vera parità salariale tra donne e uomini in Svizzera e mettere in evidenza, dar loro rilevanza in una ‘lista bianca’, le imprese virtuose e pioniere nel rispettare la parità tanto auspicata quanto lontana. È questo l’obiettivo della piattaforma respect8-3.ch lanciata questa mattina a livello nazionale dal sindacato travail.suisse e in Ticino dall’Organizzazione cristiano sociale ticinese (Ocst). Alla vigilia dell’entrata in vigore della nuova Legge federale sulla parità, che domani 1. luglio vedrà ufficialmente comparire la novità portata dall’articolo 13: le aziende con più di 100 dipendenti saranno tenute a svolgere un’analisi interna in merito alla parità salariale, la cui correttezza e adesione alla realtà deve essere confermata da dei revisori con tanto di comunicazione alle lavoratrici e ai lavoratori del risultato. Un passo avanti, sembrerebbe.

Ma in casa Ocst non c’è questa convinzione, anzi. Prima di tutto, osserva l’assistente giuridica Ocst Diana Camenzind, “questa analisi ha una validità di 12 anni” con il meccanismo che “se il datore di lavoro rispetta i criteri di parità al primo controllo poi non viene più controllato, quindi nel caso potrebbe tornare a non rispettarli senza paura. Allo stesso tempo, non sono previste sanzioni in caso di esito negativo del controllo”. Senza dimenticare, riprende Camenzind, “che inizialmente l’idea era di avere come limite i 50 dipendenti, mentre con questa modifica si partirà da 100 dipendenti”. Il risultato? “Molto deludente, considerando come riguarderà lo 0,9 per cento delle aziende a livello nazionale e l’1,3 per cento in Ticino”.

'Le aziende virtuose andranno in una lista bianca, come pioniere della parità'

Insufficiente, per l’Ocst. “Occorre fare di più, quindi come sindacato interveniamo per colmare le lacune di questa legge con questa piattaforma” osserva la responsabile di Ocst Donna-lavoro Davina Fitas: “Il progetto 'Respect8-3', che ha un riferimento sia all’8 marzo sia all’articolo 8 della Costituzione sull’uguaglianza giuridica, si appoggia a una piattaforma web che vuole informare i dipendenti e le aziende su quanto è scritto nella legge, valorizzando le imprese virtuose che si impegnano e inducendo quelle inadempienti a cambiare direzione”. D’accordo, ma materialmente come funzionerà? “Le aziende che hanno tra i 50 e i 100 dipendenti, dopo aver svolto l’analisi interna sulla parità salariale, si annunciano al portale e, dopo le verifiche, il nome dell’impresa è inserito in una ‘lista bianca’”.

Allo scopo, va da sé, “di evidenziare come quella ditta abbia verificato con successo l’uguaglianza di genere negli stipendi, e di conseguenza essere notati pubblicamente come datori di lavoro pionieri sul tema”. La piattaforma, inoltre, “dà la possibilità alle dipendenti e ai dipendenti di segnalare l’inadempienza della propria ditta”. Consentendo, così, “di avviare un processo di verifica, informando e mettendo a disposizione dell’azienda competenze e strumenti per rispettare la legge. Nel caso in cui non succedesse, questa azienda verrà inserita in una ‘lista nera’”. Perché è “urgente che si faccia qualcosa, soprattutto in Ticino” prosegue Fitas: “Dal 2014 al 2018 la disparità dei salari è aumentata passando dal 15,8 per cento al 17,3 per cento”. E, rispondendo alla ‘Regione’ a margine dell’incontro con la stampa annota che “il nostro compito come sindacato è supplire alle mancanze dello Stato, della legge. Non è soddisfacente che a un anno dallo sciopero delle donne ci siano molte parole e pochi fatti, si fa ancora troppo poco per la parità salariale. Ma noi ci siamo”.

Ricciardi: 'Non basta mettere un asterisco al posto dell'ultima vocale'

Lo conferma il segretario cantonale dell’Ocst Renato Ricciardi, rimarcando come “non basta mettere un asterisco al posto dell’ultima vocale come fa qualcuno, occorre davvero cambiare mentalità anche a livello pratico se si vuole interrompere questa tendenza. Quella salariale per le donne è una doppia penalizzazione. I recenti dati dell’Ufficio federale di statistica dicono che il Ticino mediamente ha un ritardo salariale importante, oltre a questo problema c’è la differenza fra salari delle donne e degli uomini: bisogna assolutamente fare qualcosa”. Perché l’obiettivo non rimanga tale, Ricciardi ha già preso contatto con l’Associazione delle industrie ticinesi e la Camera di commercio “per informare dell’iniziativa e per sensibilizzare, ultimamente la responsabilità sociale delle imprese è un tema molto caldo e auspichiamo che porti ad aumentare l’attenzione verso il trattamento salariale delle donne”.