Ticino

'Il Matrimonio per tutti è un passo fondamentale'

Per Sara Bonora (Famiglie arcobaleno) un aspetto molto importante è che un figlio di una coppia omosessuale venga riconosciuto come tale sin dalla nascita

Anche Berna vuole porre fine alle discriminazioni (Keystone)
13 giugno 2020
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«Avvertiamo un’apertura e un abbattimento delle discriminazioni che finora non avevamo percepito». Giovedì il Consiglio nazionale ha accolto a grande maggioranza l’iniziativa parlamentare dei Verdi liberali ’Matrimonio civile per tutti’, che permetterebbe alla coppie omosessuali (se venisse accolta anche dagli Stati e supererebbe lo scoglio di un’eventuale voto popolare) di sposarsi e a quelle lesbiche di accedere in Svizzera all’inseminazione artificiale. Ne abbiamo parlato con Sara Bonora, membro di comitato dell’Associazione svizzera delle famiglie arcobaleno – che difende gli interessi delle famiglie con almeno un genitore lesbica, gay, transgender o queer – e portavoce delle famiglie omogenitoriali della Svizzera italiana. Sara Bonora è sposata e insieme a sua moglie ha una bambina. «Si tratterebbe di un passo molto importante, perché con questa modifica di legge vedremmo finalmente riconosciuti i nostri diritti», afferma a ’laRegione’.

Sara Bonora, queli sono gli aspetti essenziali di questa modifica del Codice civile?

Il tema che ci sta più a cuore è quello della genitorialità: vedersi riconosciuto il figlio sin dalla nascita senza passare attraverso l’adozione del figlio del partner è fondamentale. Altro aspetto fondamentale è il fatto che le donne potranno beneficiare dell’inseminazione artificiale senza fare estenuanti viaggi all’estero.

Si spieghi.

Noi e le nostre compagne scegliamo insieme di diventare madri, di essere una famiglia. E i nostri figli sono già tali quando vengono al mondo. Questo però per il momento non ci viene riconosciuto, visto che bisogna dapprima adottare il figlio o la figlia del partner. Attualmente ci sono una serie di vincoli burocratici da rispettare: bisogna ad esempio dimostrare di aver convissuto per un anno con il minore. Quindi per adottare un proprio figlio (concetto che è già di per sé un paradosso) bisogna aspettare almeno un anno. Inoltre, l’iter dura parecchio tempo. Insomma, mia figlia da quando è nata fino a quando aveva quasi tre anni non era protetta giuridicamente: era figlia di un solo genitore. Fosse successo qualcosa di brutto a mia moglie, che ha portato avanti la gravidanza, mia figlia sarebbe risultata orfana. Se invece fosse successo a me non avrebbe avuto ad esempio alcun diritto in ambito di eredità. Con questa legge i nostri figli alla nascita avrebbero già due genitori, senza dover passare da questa procedura dispendiosa e anche abbastanza invadente. E questo sarebbe un bel passo in avanti.

E per quanto riguarda l’inseminazione artificiale?

Con la nuova legge abbatteremmo le discriminazioni: attualmente in Svizzera le coppie sposate eterosessuali possono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita, mentre quelle omosessuali no. Insomma, una donna sposata con un uomo e una donna sposata con un’altra donna avrebbero gli stessi diritti. Inoltre, l’inseminazione artificiale prevede una tabella di marcia molto rigida: al momento dell’ovulazione si hanno a disposizione 24-36 ore per procedere. E oggi ciò significa prendere un aereo per andare all’estero senza praticamente alcun preavviso. Non tutti i datori di lavoro possono accordare a una dipendente di partire così a corto termine: c’è chi è fortunata che può permetterselo e chi, invece, deve far combaciare l’ovulazione con le vacanze. E ciò non è semplicissimo… Inoltre, difficilmente funziona già la prima volta: bisogna essere molto fortunate. E quindi ciò può implicare di dover fare anche più viaggi. Se si potesse procedere all’inseminazione artificiale in Svizzera, la componente economica, ma anche quella di stress, verrebbe rimossa. Basterebbe magari solo mezz’oretta di macchina. Al di là del viaggio all’estero, la questione che ci sta di più a cuore è il riconoscimento dell’uguaglianza: la Svizzera, che vuole essere un Paese all’avanguardia, deve garantire gli stessi diritti civili per tutti.

Se anche il Consiglio degli Stati accogliesse questa iniziativa, è verosimile il lancio di un referendum che se riuscisse porterebbe i cittadini alle urne. Nel caso ciò accadesse, sarebbe fiduciosa sull’esito della votazione?

Penso che la società sia pronta e lo siamo anche noi. Io in prima persona mi mostro per quello che sono senza e lo faccio senza paura. Anche perché avendo una bambina che frequenta la scuola per l’infanzia, io e mia moglie ci confrontiamo quotidianamente con la società e non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema. Penso che il processo legislativo elvetico sia un po’ più lento rispetto all’evoluzione della nostra società.

Nel caso venisse raggiunta questa tappa, quale sarà la prossima?

Iniziamo dapprima a fare questo passo che è già molto importante. La tappa successiva potrebbe poi essere quella di vivere in una società nella quale saremo persone come le altre che hanno figli: nel giorno in cui non farà più scalpore che una famiglia arcobaleno abbia un figlio, avremo raggiunto il nostro obiettivo.