La commissione della Gestione al'unanimità ha respinto la richiesta di Matteo Pronzini (MpS) che ritiene illegale l'esenzione dai premi Lainf
Nel febbraio dello scorso anno il Gran consiglio aveva respinto a larga maggioranza e a scrutinio segreto (55 contrari, 15 astenuti e 4 schede bianche) la richiesta di risarcimento inoltrata dal deputato del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini. Risarcimento "di cinque milioni" che, a suo dire, "i consiglieri di Stato presenti e passati hanno ricevuto indebitamente riguardo al proprio trattamento pensionistico: parliamo del supplemento sostitutivo Avs, dei riscatti degli anni di lavoro pagati a prezzo stracciato e della possibilità di prelevare una somma per pagare la propria abitazione". Così le cronache parlamentari dell'epoca. A quasi un anno di distanza da allora il deputato dell'MpS ha ripresentato, per conto del suo gruppo politico, un'analoga richiesta di risarcimento, questa volta per i premi Lainf assunti - a dire di Pronzini - dalle finanze cantonali e non dagli stessi consiglieri di Stato come è nel caso di un normale rapporto di lavoro. Un benefit ritenuto illegale dal granconsigliere dell'MpS.
Un no ribadito ancora oggi dalla Commissione della gestione che ha appoggiato all'unanimità (da destra a sinistra) il rapporto di Bixio Caprara (Plr) sull'atto parlamentare di Pronzini. Rapporto che conferma - in base anche a un parere del servizio giuridico del Gran Consiglio - di fatto quanto deciso dal parlamento poco più di un anno fa: non si può rimproverare nulla agli attuali e agli ex consiglieri di Stato. Per questa ragione non ci sono i presupposti per promuovere una pretesa di risarcimento nei loro confronti. Nel rapporto si precisa che la questione della pensione dei membri del governo è all'esame di una sottocommissione della gestione.