Ticino

Rinvio galleria di base del Ceneri, Zali: 'Siamo molto delusi'

Il direttore del Dipartimento del territorio: 'Aspettavamo da anni, le ferrovie si sono perse in opere accessorie'. Replica delle Ffs: 'Ritardi dovuti al lockdown'

Ti-Press
3 giugno 2020
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“Era da molti anni che aspettavamo questo momento. Alptransit, Covid o non Covid, completa la piramide mentre le ferrovie si perdono in opere accessorie, lo trovo molto deludente”. C’è molta amarezza nelle parole del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali quando commenta da noi raggiunto la notizia che l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri, inizialmente prevista per il 13 dicembre, slitterà nella sua interezza al 5 aprile 2021. E con ciò sarà posticipato tutto il nuovo concetto di trasporto pubblico che nelle intenzioni creerà una ‘Città Ticino’. C’è delusione perché, riprende Zali, “eravamo rimasti alle rassicurazioni che ci ha dato la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga quando è venuta in Ticino”. Ed era inizio maggio, un mese fa. Poi “la scorsa settimana, da contatti che ho avuto con le Ferrovie federali svizzere, ho appreso che ci sarebbero questi problemi per la fine dei lavori”.

Senza dimenticare che la galleria di base del Monte Ceneri si inserisce nell’ampio discorso dell’offerta di trasporto pubblico per il quadriennio 2020/2023, con un credito quadro di 461,4 milioni di franchi votato dal Gran Consiglio la scorsa settimana, il 26 maggio. E nella nota con cui il Dipartimento del territorio ha dato notizia di questo rinvio si legge di “un danno economico nell’ordine di milioni di franchi che sarà oggetto di future discussioni”. Discussioni che, sgombra il campo Zali, “non riguardano il credito quadro in sé, è stato votato dal parlamento e i soldi ci sono. La questione è che implicava, a partire dal momento dell’apertura del Ceneri, pensavamo quindi dal 13 dicembre di quest’anno, un potenziamento molto importante di tutta la catena di trasporto, per portare più persone in stazione in più orari a prendere i treni o ad accoglierla”.

Un lavoro complesso, riprende il direttore del Dt, “soprattutto per la catena di coincidenze creata: è inutile far muovere i bus se poi non c’è il treno che porta le persone. Sono state fatte assunzioni, potenziamenti, acquisti di mezzi per vedere, alla fine, mancare la spina dorsale di tutto il concetto”. Il nuovo collegamento sarà disponibile solo per una piccola parte dei convogli ferroviari, ma per Zali è una magra consolazione: “Innanzitutto dovremo vedere concretamente quale sarà l’offerta prevista subito dalla galleria di base, ma evidentemente dovremo ridimensionare il tutto rispetto a quello che intendevamo fare”. E il danno economico di questo slittamento “sarà sulle spalle del Cantone e dei Comuni che fanno girare un trasporto pubblico che, in questi mesi, fino ad aprile, non sarà quello che immaginavamo”.

Il tutto, mette a conclusione nero su bianco il Dt, “è difficilmente giustificabile. Così come la modalità di approccio in termini di comunicazione verso l’ente pubblico, posto di fronte ai fatti compiuti, è insoddisfacente”. Il lockdown dovuto alle misure prese dalla politica per combattere il coronavirus ha influito, ma “ci si sarebbe aspettati un certo margine di sicurezza, tanto più che Alptransit San Gottardo Sa (Atg) consegnerà l’opera a Ffs, come da programma, il 4 settembre 2020”.

Le Ffs: 'Ritardi dovuti al lockdown'

Come replicano le Ffs? I motivi dello slittamento “sono essenzialmente tre, ovviamente legati all’emergenza coronavirus e al lockdown che ne è conseguito”, spiega a ‘laRegione’ il portavoce Patrick Walser. In primo luogo “a metà marzo le autorità, non le Ffs, hanno deciso di chiudere i cantieri” che sono così rimasti inattivi “per circa tre-quattro settimane”. È quindi “evidente che ciò possa comportare ritardi. Ritardi che in realtà abbiamo su un solo cantiere importante”, ovvero quello che prevede il “raddoppio” dei binari tra Contone e Tenero.

Il secondo motivo - prosegue Walser - è che “il lockdown non ha permesso la formazione dei macchinisti che serviranno per il potenziamento del traffico regionale”. E questo in particolare a causa delle norme di igiene e di distanza sociale imposte dalle autorità per combattere la pandemia.  Infine, “il lockdown non ha permesso l’approvvigionamento dei nuovi treni Flirt (attualmente rappresentano la maggioranza dei convogli della flotta Tilo, ndr.) di cui avremo bisogno per il potenziamento del traffico regionale: ci sarà infatti un ritardo nella consegna e quindi non li avremo a disposizione in tempo per dicembre”. Insomma, “quella che abbiamo presentato e discusso con il Cantone in questi ultimi giorni è la soluzione migliore possibile in questo momento”.

Il Dt nel comunicato afferma che dal 13 dicembre il nuovo collegamento sarà disponibile solo per una piccola parte dei convogli ferroviari. Ciò significa quindi che alcuni treni percorreranno già la nuova galleria di base del Ceneri? Le Ffs si limitano ad affermare che stanno “elaborando un orario intermedio” per i mesi in questione, prevedendo “alcuni treni supplementari. I servizi oggi esistenti saranno comunque garantiti anche nel periodo transitorio”, conclude Walser.

Quadri (Lega): 'Qual è la posizione del Consiglio federale?'

Intanto la questione arriva anche sotto la cupola di Palazzo federale. Il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, infatti, appresa la notizia ha inoltrato un'interpellanza al governo nella quale chiede come viene valutato questo ritardo dell'apertura della galleria di base del Monte Ceneri, se ne fosse informato e se reputa, come dice il Dt, che tale ritardo sia dovuto a mancanze delle Ffs. Infine, il deputato chiede anche se sia "adeguato" che il Ticino non sia stato coinvolto nella decisione e come si posiziona il Consiglio federale "sulle probabili richieste di risarcimento in arrivo dal Ticino per le perdite milionarie causate dal posticipo della messa in esercizio della galleria di base del Ceneri".