Ticino

Comunisti: 'Corsi passerella all'università per tutti'

Il Pc propone l'abolizione del numero chiuso in vigore da una decina di anni. Obbligo formativo fino ai 18 anni, l'Udc: 'Prevedere le eccezioni'

Formazione, quo vadis? (Ti-Press)
25 maggio 2020
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Si abolisca il numero chiuso nei corsi passerella che danno accesso all'università. È questa la richiesta dell'atto parlamentare 'Valorizziamo i corsi passerella per accedere all’Università' depositato dal Partito Comunista (Pc) che verrà discussa nella seduta di Gran Consiglio che si terrà da oggi fino al 27 maggio. I corsi passerella permettono, dal 2004, a chi possiede un attestato di maturità professionale di accedere a una esperienza accademica. L'auspicio dei giovani Comunisti è che tale offerta venga proposta anche in una seconda sede oltre a quella di Bellinzona, preferibilmente nel Sottoceneri.

Il numerus clausus, scrive il Pc, "era stato introdotto soltanto dall’anno scolastico 2010/2011 per semplici motivi di risparmio. Esso rappresenta però un ingiusto strumento di selezione sociale, contrario al diritto allo studio, che dovrebbe essere garantito invece a tutti. La sua abolizione rappresenterebbe dunque uno strumento volto a democratizzare l’accesso agli studi e, unita all’ampliamento dell’offerta, servirebbe anche a evitare che vi siano lacune nell’offerta formativa pubblica, a cui poi sopperiscono le scuole private".

Sempre in relazione al diritto allo studio, durante questa sessione di Gran Consiglio verrà discussa anche la modifica della Legge della scuola, volta a introdurre l’obbligo formativo fino ai 18 anni. Una modifica legislativa che per i Comunisti è "un buon primo passo".

Dall'Udc una riserva sull'obbligo formativo

Sull'obbligo formativo fino ai 18 anni anche l'Udc ha qualcosa da dire: dai democentristi la proposta di emendamento alla revisione delle Legge sulla scuola. La loro richiesta è di prevedere la possibilità di una motivata esenzione dall’obbligo formativo. L’idea di un cosiddetto opting out, scrive l'Udc, dovrebbe tenere conto "di alcune fattispecie penalizzate dall’obbligo formativo ed è coerente con la difesa della libertà di scelta personale". 

Secondo la proposta dei democratici di centro è possibile ipotizzare varie tipologie di minorenni "che avrebbero buoni motivi per non cadere vittime di un obbligo formativo incondizionato".

L'Udc sottolinea infine che "la democratizzazione del sapere attraverso internet, nonché la generale disponibilità di offerte formative gratuite online, possono talvolta rendere non più strettamente necessaria la formazione regolamentata dallo Stato".