Norman Gobbi dialogherà con Berna per trovare 'soluzioni che rendano possibile, anticipatamente, un allentamento delle misure restrittive' in quest'ambito
Il presidente del governo ticinese Norman Gobbi "si farà promotore nei confronti delle autorità federali allo scopo di ricercare delle soluzioni che rendano possibile, anticipatamente, un allentamento delle misure restrittive che gravano sulle funzioni religiose". Restrizioni che dovrebbero rimanere in vigore fino all'8 giugno. Spetterà ora alla Confederazione decidere se confermare, anticipare o posticipare la data entro la quale dovrebbe cadere il divieto di assembramenti con più di cinque persone.
Oggi si è tenuto un incontro a Bellinzona al quale hanno preso parte il vescovo Valerio Lazzeri, lo stesso Gobbi, il capo dello Stato maggiore di condotta (Smcc) Matteo Cocchi, il sostituto capo dello Smcc Ryan Pedevilla e il vicario generale Nicola Zanini. "È stata discussa una serie di misure che la diocesi di Lugano prevede di applicare in vista delle riaperture delle funzioni nei luoghi di culto", si legge in una nota. "Il vescovo ha tenuto a sottolineare l’attesa dei fedeli di poter ritornare, nei tempi e nei termini migliori possibili, alla ripresa delle celebrazioni con concorso di popolo". Gobbi ha dal canto suo "espresso grande apprezzamento per tutti coloro che in queste settimane di crisi sanitaria, hanno rispettato le disposizioni finalizzate ad evitare il rischio di contagi, rinunciando a seguire lo svolgimento delle funzioni religiose".
Le disposizioni cantonali prevedono la sospensione delle messe fino al 10 maggio. Da lunedì 11 maggio il Ticino si allineerà tuttavia alle normative federali, ovvero all'ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus, che non permettono di riprendere le funzioni religiose fino all'8 giugno. La ripresa delle messe dovrà avvenire «in tempi e modalità che non permettano una diffusione del contagio», precisa da noi contattato, l'addetto stampa della diocesi di Lugano Luca Montagner.