Ticino

Coronavirus, il Ticino esce dalla finestra di crisi. Cosa cambia?

Cadono le restrizioni speciali su industrie e cantieri, possono riaprire gli alberghi, mentre restano in vigore le misure sugli anziani

Cantieri senza limiti (a parte le regole di distanza sociale e igiene) Foto: Ti-Press
4 maggio 2020
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Il Ticino, da oggi, non è più un'eccezione nella lotta contro il coronavirus. È scaduta la scorsa mezzanotte l'ultima finestra di crisi che permetteva al nostro cantone di introdurre misure più severe rispetto a quelle previste dalla Confederazione. Cosa cambia? In sintesi:

  • Le ditte che possono garantire distanza sociale e igiene accresciuta possono operare. Cadono quindi le limitazioni imposte dal cantone in termini di numero di persone e necessità di richiesta di autorizzazione da parte dell'industria.
  • Possono riaprire gli alberghi (ma non la ristorazione verso l'esterno e a patto di implementare misure particolari)
  • Riapre "a pieno regime" l'amministrazione cantonale ticinese.

Rimane invece in vigore, almeno fino al 10 maggio, il forte consiglio dal parte delle autorità ticinesi agli anziani di non recarsi a fare la spesa, così come la finestra loro dedicata tra l'apertura dei negozi e le 10 di mattina.

Rimangono chiusi o proibiti per ora e riprenderanno dal 11 maggio:

  • La scuola dell'obbligo
  • I bar e i ristoranti (per gruppi di al massimo 4 persone o per famiglie, con la consumazione che deve avvenire da seduti)
  • L'insegnamento con al massimo 5 persone
  • Mercati e negozi
  • Agenzie di viaggio
  • Musei
  • Sport di massa senza contatto (al massimo 5 persone)
  • Sport professionale (senza contatto)
  • Impianti sportivi per allenamenti
  • Gli esami nei centri di formazione

Rimangono chiusi o proibiti (almeno fino al 8 giugno e previa decisione del Consiglio federale del 27 maggio)

  • Assembramenti con più di 5 persone
  • Teatri e sale cinematografiche
  • Zoo
  • Piscine
  • Servizi religiosi
  • Impianti di risalita

In Ticino di fatto cadono tutte le restrizioni speciali in ambito economico, come quelle che imponevano alle aziende che volevano impiegare più del 60% del proprio personale di chiedere un'autorizzaione qualora vi fossero più di 10 perone in contemporanea. Cadono le restrizioni sui cantieri (fino a ieri, ma praticamente sino a giovedì scorso, potevano lavorare in contemporanea solo 15 operai). Possono riaprire anche gli alberghi, con l'obbligo di riservare i servizi di ristorazione ai soli clienti dell'hotel. Tutti, ovviamente, devono garantire le misure di igiene accresciuta e di distanza sociale, pena il non poter tenere aperto.

 

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