Aspettando Berna, il turismo trattiene il fiato. Brunschwig: 'Forse un Festival inedito'; Jacky Marti fa i nomi degli artisti (ma potremmo vederli in inverno).
«Di fatto, nulla cambia rispetto a ieri» commenta Raphael Brunschwig. Anche il Direttore operativo del Locarno Festival, così come le altre manifestazioni svizzere di spicco, era in attesa delle nuove disposizioni del Consiglio federale, che ieri ha annunciato una ripartenza scaglionata all’interno della quale i cosiddetti ‘grandi eventi’ non sono per ora contemplati. Tecnicamente: “Il Consiglio federale non ha ancora preso decisioni in merito a ulteriori fasi. A partire da quando potranno nuovamente svolgersi manifestazioni con un grande afflusso di pubblico sarà oggetto di una prossima seduta”. Tradotto in giorno, mese e anno, indicativamente parlando, l’8 giugno, data di avvio della terza fase, il momento nel quale capire se la ripartenza prevista per il 27 aprile ci dirà di più su quale effetto avrà, in termini di sicurezza, la ‘nuova’ distanza sociale. Le parole di Alain Berset in questo senso non sono incoraggianti: “Le misure restrittive per le manifestazioni con grande afflusso di persone saranno le ultime ad essere allentate, perché i rischi sono maggiori. Non siamo così estremi, ma nemmeno troppo ottimisti”.
Nelle ore in cui si registrano la rinuncia del Blue Balls Festival Lucerna, del Paléo Festival di Nyon e di chi vi si accoderà, il Locarno Festival prende atto delle decisioni del Cf e resta possibilista. «Stiamo continuando a lavorare su diversi scenari. Finché non sapremo come si delineeranno le disposizioni cantonali nel settore che ci riguarda direttamente, restano aperte le molte ipotesi formulate negli ultimi tempi, di comune accordo con i nostri partner». Chiediamo a Brunschwig se quell’8 giugno non vada oltre la data limite immaginabile per muovere in tempo una macchina operativa come quella del Festival, che ha da poco riabbracciato il suo presidente Marco Solari (cfr. laRegione del 24.3.2020): «Posso dire in questo momento che nelle prossime settimane saranno prese delle decisioni, di concerto con la direzione artistica e il Consiglio di amministrazione. Ci muoviamo adattandoci al contesto». Adattamento che potrebbe portare a un Locarno Festival inedito? «Fa parte delle opzioni».
L’ipotesi che Piazza Grande a Locarno resti vuota per tutta l’estate non è campata in aria. Il rischio c’è. Moon&Stars, con i cantanti di mezzo mondo che hanno già annunciato il rinvio di un anno delle loro tournée, potrebbe slittare. Per Alain Scherrer, sindaco di Locarno, l’incertezza sulle riaperture al turismo e sulle possibilità di organizzare grandi eventi è «uno scenario allarmante». E ancora: «Attendiamo gli sviluppi della situazione, ma ho il timore che finché non sarà disponibile un vaccino, difficilmente potremo attenderci il nullaosta per organizzare eventi capaci di attirare migliaia di persone. Quali misure di sicurezza sanitarie verrebbero imposte? Chi sarà disposto a promuovere manifestazioni a quelle condizioni?». Più in generale, Scherrer teme che gli effetti di una stagione turistica mancata (o dimezzata) potranno ricadere a domino su tutta l’economia della regione. «In questa situazione – conclude – ritengo che diventi essenziale il ruolo dello Stato, inteso come Confederazione, Cantoni e Comuni, nel sostenere i privati non solo con prestiti. A Locarno stiamo già ragionando in questo senso».
Al sindaco della Città, fa eco Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica regionale Lago Maggiore e Valli: «Sono più che preoccupato per l’incertezza attorno alle manifestazioni estive del Locarnese. Questi eventi, e penso in particolare a Moon&Stars e al Festival del film, segnano il ritmo della stagione e sono i principali generatori di afflusso turistico. Sono insostituibili per quello che è il principale settore economico della regione». L’incertezza si allarga anche ad albergheria e ristorazione: «Le conseguenze ricadono su tutta l’economia. Un dato per tutti: il turismo, nel Locarnese, dà lavoro a 7’100 persone, e quindi garantisce entrate a circa 5mila famiglie. Speriamo che nelle prossime settimane arrivino notizie positive e nuove aperture per il turismo da parte di Berna».
«Siamo consci del fatto che le chance che l’Efg Lugano Estival Jazz si possa tenere quest’estate siano molto basse». Soprattutto alla luce delle più recenti parole di Manuele Bertoli, ovvero la limitazione imposta ai grandi eventi da Berna che al momento rimane tale sino al 31 luglio. Jacky Marti comunica a laRegione che «tutto sarebbe pronto».
Specificando che una decisione «entro maggio» del Consiglio federale renderebbe l’evento pienamente fattibile, Mister Estival ci concede una gustosa e a suo modo dolorosa anticipazione di chi avremmo visto quest’anno in Piazza Riforma: «La pianista Hiromi con l’Osi, Dee Dee Bridgewater, Djavan, Snarky Puppy, Carlinhos Brown, Al Di Meola, Edoardo Bennato e molti altri». Artisti che forse potremmo non esserci persi del tutto: «Abbiamo riflettuto con Città di Lugano e sponsor, considerando una prima alternativa a fine agosto, affiancati a Blues to Bop, e una seconda in inverno, in dicembre o in gennaio, al coperto». Come il grande cinema, anche l’estate della grande musica resta appesa a un filo.