Ticino

Coronavirus, in Ticino altri 11 decessi e 39 nuovi casi

Il numero di contagi registrato nelle ultime 24 ore segna un aumento più contenuto rispetto agli scorsi giorni. Più di 13'000 casi in tutta la Svizzera

Finora in Ticino si sono verificati 1'727 casi e 87 morti (Ti-Press)
28 marzo 2020
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Cresce ancora il numero di casi accertati di coronavirus in Ticino: stando ai dati pubblicati dalle autorità cantonali i contagi salgono a quota 1'727. Si tratta di un aumento di 39 casi registrato nelle ultime ventiquattro ore, un aumento più contenuto rispetto agli scorsi giorni

E purtroppo anche oggi sale il numero dei decessi legati al coronavirus: con altri 11 morti (dato  aggiornato alle 8 del mattino) nel nostro cantone si sono verificati complessivamente 87 (ieri erano 76).

Berset: 'Il virus rimarrà, bisogna sviluppare un vaccino'

"È sbagliato credere che questa ondata epidemica ci colpirà, passerà e scomparirà". A sostenerlo, parlando del coronavirus, è il ministro della sanità Alain Berset. "Stiamo correndo una maratona, non un 100 metri", ha aggiunto in un'intervista al quotidiano La Liberté.

"Gli esperti sostengono che il virus rimarrà. Dobbiamo ascoltarli. Occorre sviluppare un vaccino", ha aggiunto, sottolineando che ciò richiederà tempo.

Nell'attesa del vaccino, ha proseguito Berset, sapremo comunque come affrontare questo virus, come proteggerci. Intanto le misure semplici già applicate, come il lavaggio delle mani o il distanziamento sociale, sono efficaci.

Ieri, l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) ha annunciato circa 1400 nuovi casi positivi, portando il totale a oltre 12'000 dall'inizio dell'epidemia. Oggi secondo i conteggi della American Johns-Hopkins University, la Svizzera è al nono rango tra i Paesi più colpiti al mondo con oltre 13'000 casi confermati. Circa 200 persone sono morte nella Confederazione.

Coprifuoco non è escluso

Se la situazione dovesse peggiorare, sarebbe possibile confinare a casa la popolazione, come in Francia o in Italia, sostiene Berset. "È una misura molto dura", ma "la Svizzera non l'ha mai esclusa". In ogni caso, per il consigliere federale è importante che la popolazione aderisca alle misure adottate e le segua nel tempo: "ciò che conta non sono i provvedimenti imposti dall'alto, ma il comportamento delle persone".

La decisione del Consiglio federale di non introdurre il confinamento è stata intanto criticata da Loïc Hervé, un senatore dell'Alta Savoia dell'Unione dei democratici e indipendenti (centro destra) che ha contattato la Segreteria di Stato francese per gli affari europei.

"Ho l'impressione che ciò che facciamo in Francia sia inutile se la Svizzera non applica le stesse misure", ha affermato sulle colonne di Le Temps ricordando come Ginevra sia praticamente "un'enclave in Francia". Ogni giorno decine di migliaia di frontalieri si recano nella città sul Lemano a lavorare. Occorre quindi una politica coerente, sostiene Hervé.