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Coronavirus, gli esami di maturità restano in calendario

Il consigliere di Stato Manuele Bertoli conferma che la Commissione svizzera sta approfondendo gli scenari possibili. Una decisione definitiva si avrà solo a maggio

E-learning (Ti-Press)
27 marzo 2020
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La scuola, al pari di altri settori della società ticinese, sta vivendo un periodo di pressione particolare. Ritmi quotidiani scanditi da riti consolidati (campanelle, ricreazioni, pause pranzo e attività post scolastiche) sono stati stravolti da una decina di giorni. Da questa settimana è inoltre attiva la piattaforma per l'insegnamento a distanza 'moodle'. Come tutte le novità e soprattutto quando queste ultime arrivano sull'onda dell'emergenza, qualche problema l'ha creato. È solo una questione di tempo e anche questa modalità di insegnamento in remoto verrà fatta propria da allievi, docenti e genitori. Problemi di sovraccarico della rete informatica e di abitudini forzatamente cambiate hanno messo a dura prova la pazienza dei genitori che si ritrovano a vivere anch'essi situazioni fino a un mese fa impensabili: lavoro in remoto, quando è possibile e inattività forzata. Nel frattempo c'è dare anche una parvenza di normalità a una vita immaginata solo nei film di fantascienza. Ma una delle domande che ci si pone è se questo anno scolastico è a rischio o no? Gli esami di maturità si faranno e quando, soprattutto? Ieri i direttori dei dipartimenti della pubblica educazione della Svizzera hanno avuto una videoconferenza per cercare di tracciare le linee guida da qui alla fine dell'anno scolastico. Ebbene, l'unico punto fermo è che gli esami di maturità liceale in programma a giugno sono mantenuti. «La Commissione svizzera di maturità sta approfondendo gli scenari possibili», ci dichiara il consigliere di Stato Manuele Bertoli, direttore del Decs.  «Una decisione definitiva sarà presa in maggio, se del caso coinvolgendo anche il Consiglio federale che al proposito ha la sua da dire. Per quanto riguarda la formazione professionale è invece attivo un gruppo misto che sta approfondendo a livello nazionale tutte le questioni poste dalla pandemia ed è ancora presto per dire cose più precise», precisa Bertoli. C'è poi da tenere presente anche il contesto familiare in cui avviene l'insegnamento a distanza. Non tutti gli allievi, infatti, partono da una situazione di parità in questo ambito. Una questione che dovrà essere tenuta in considerazione in vista della conclusione dell'anno scolastico in tutti gli ordini e in particolare nel settore obbligatorio (elementari e medie). Il rischio è che la pausa indotta dall'epidemia di coronavirus accresca ulteriormente le disparità sociali.

Quindi, Manuele Bertoli, si cercherà di portare a termine l'anno scolastico in modalità 'telescuola' in tutta la Svizzera?

Tutti i Cantoni, con modalità diverse, stanno passando dalla scuola in presenza alla scuola a distanza. C’è grande fermento in questo impegno da parte di tutti, insegnanti, servizi, supporti infrastrutturali. Se si potrà tornare alla normalità lo dirà solo il tempo, ma l’obiettivo comune è di concludere comunque grossomodo secondo il calendario previsto e non perdere l’anno scolastico.

Non è stata ancora individuata una soluzione condivisa per permettere di fare gli esami di fine ciclo nel post obbligo, in particolare per i licei e le scuole professionali?

Per la maturità liceale per ora gli esami sono mantenuti, ma la Commissione svizzera di maturità sta approfondendo gli scenari possibili; una decisione definitiva sarà presa in maggio, se del caso coinvolgendo anche il Consiglio federale che al proposito ha la sua da dire. Per quanto riguarda la formazione professionale è invece attivo un gruppo misto che sta approfondendo a livello nazionale tutte le questioni poste dalla pandemia ed è ancora presto per dire cose più precise.

Per la scuola dell'obbligo ci sono invece soluzioni alternative?

Con la modalità a distanza ci si sta concentrando sul consolidamento di quel che è stato appreso fino a metà marzo, usando tutti i canali disponibili. È’ ben chiaro e purtroppo inevitabile che il mancato contatto diretto tra docenti e allievi metta sul conto dei genitori delle incombenze accresciute e che ponga anche il problema della grande diversità dei contesti familiari nei quali gli allievi sono chiamati a continuare l’apprendimento. Tutto questo dovrà essere considerato nelle indicazioni che verranno date dal Decs in vista della conclusione di quest’anno scolastico. 

Tra poco più di una settimana il calendario scolastico prevede le vacanze pasquali. Si continuerà con l'insegnamento in remoto anche in questo periodo tenendo conto che comunque si sono perse lezioni?

Sarà un periodo di compiti da fare per gli allievi e per i docenti sarà comunque un periodo durante il quale preparare materiali, come accade durante diverse vacanze scolastiche ordinarie.

È ipotizzabile far terminare l'anno scolastico a fine marzo per gli allievi che non dovranno sostenere esami di fine ciclo?

No, l’anno scolastico formalmente continuerà, ma un po’ per tutti - ma soprattutto alla scuola dell’obbligo - è chiaro che il focus sarà sul consolidamento di quanto appreso fino a metà marzo.

Pensando al prossimo anno scolastico, come si pensa di far recuperare le competenze scolastiche forzatamente perse in questo periodo decisamente fuori dall'ordinario?

Questa sarà la prossima sfida da affrontare, ma prima dobbiamo riuscire a portare a termine l’anno in corso nel migliore dei modi possibile e sono sicuro che la scuola ce la farà.

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