Per Manuele Bertoli ciò permetterebbe di organizzare meglio gli esami professionali e di maturità. Il rischio è quello di perdere l'anno scolastico
Non è ancora chiaro cosa succederà all’anno scolastico in corso; come portarlo a compimento e soprattutto come permettere agli allievi che sono a fine ciclo, soprattutto nel settore post-obbligatorio, di conseguire il diploma o la maturità. «È escluso che venga annullato», precisa subito il consigliere di Stato e direttore del Decs Manuele Bertoli. «Stiamo cercando delle soluzioni in ambito intercantonale, perché la sospensione dell’insegnamento ordinario è un problema per tutti i cantoni svizzeri, nessuno sa quando finirà veramente la crisi sanitaria generata dal coronavirus» continua Bertoli. «Il nostro obiettivo è di non far perdere semestri ai ragazzi. Per rimanere nel settore obbligatorio, ci sono classi più delicate, come la quarta media, la seconda media o la quinta elementare, che sono sotto osservazione speciale. Sappiamo già (noi, gli altri Cantoni e gli altri Paesi) che il prossimo settembre i ragazzi avranno qualche debolezza in più e che bisognerà organizzare il prossimo anno scolastico tenendone conto. Per il resto ci stiamo coordinando con la conferenza latina e la CDPE (Conferenza dei direttori della pubblica educazione)», continua Bertoli. Giovedì di questa settimana ci sarà proprio un incontro in videoconferenza del Comitato della CDPE. «Una delle richieste è che si annulli o si rinvii la scuola reclute estiva», anticipa il consigliere di Stato che precisa: «Questo darebbe più tempo a noi e agli studenti che dovranno sostenere gli esami di maturità o professionali di organizzare meglio le sessioni. Ricordo che gli apprendisti hanno anche l’esigenza di fare esami pratici che non possono essere svolti via web». C’è infine il problema delle scuole sanitarie che «sono chiuse in maniera diversa dalle altre nel senso che, non solo numerosi docenti sono attivi presso gli ospedali, ma anche gli studenti che sono a fine ciclo e sono d’accordo sono già stati inseriti nel sistema sanitario e stanno danno una mano in questa situazione difficile». L’ipotesi di prolungare l’anno scolastico oltre giugno non è presa in considerazione. «In Ticino e non solo, il caldo è un problema ogni anno, le scuole non hanno impianti che permettono il loro uso d’estate», conclude Bertoli