Ticino

Le cliniche Sant'Anna e Ars Medica 'strutture di supporto'

Il Dss riconosce alle due strutture sanitarie in forma temporanea i mandati viscerale, urologia, reumatologia e otorinolaringoiatria.

19 marzo 2020
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Un comunicazione interna, inviata ieri, nella quale il gruppo Swiss Medical Network, proprietario della clinica Sant’Anna di Sorengo e della clinica Ars Medica di Gravesano, hanno riportato ai circa 200 medici accreditati le nuove disposizioni del Dipartimento sanità e socialità in seguito allo stato di emergenza in cui il Paese si trova. A rivelarla questa mattina il sito del Caffè: “Il Dss, al fine di poter continuare a garantire la presa a carico dei pazienti che necessitano di interventi e cure urgenti ha promosso le collaborazioni tra strutture”.

Dopo che la clinica Luganese Moncucco è stata indicata quale struttura per casi Covid-19, è stato, infatti, deciso che i pazienti ortopedici che si presenteranno a Besso verranno indirizzati all'Ars Medica così che i medici della clinica Moncucco, dipendenti o accreditati potranno ricoverare e operare i loro pazienti nelle cliniche di Swiss Medical, dichiaratesi dunque "ufficialmente e pubblicamente strutture di supporto”. La comunicazione interna alla Swiss Medical Network specifica poi che il Dipartimento “alfine di sgravare il sistema che si sta congestionando, ha deciso di riconoscere in forma temporanea i mandati aggiuntivi di Vis1 (ndr. viscerale), urologia e Hno (ndr. otorinolaringoiatria) alla clinica Sant’Anna e di reumatologia alla clinica Ars Medica”.

Nella prima parte della comunicazione ai medici accreditati, Swiss Medical Network fa riferimento all’Ordinanza federale2 sul Covid, in particolare a quell’articolo dove si spiega che “le strutture sanitarie quali ospedali, cliniche, studi medici e dentistici devono rinunciare a interventi medici e terapie non urgenti”. Successivamente nella nota interna del gruppo sanitario privato (il secondo più importante in Svizzera) si scrive che, stando alla Lamal (Legge assicurazione malattia) “sono da considerarsi urgenti quegli interventi che a seguito di anamnesi medica, risultano essere inderogabili”. Il gruppo sanitario fa poi riferimento ad una recentissima indicazione dell’Associazione degli studi medici nella quale, così si legge nella nota interna, si afferma che “se il rinvio degli interventi di oltre tre mesi può avere ripercussioni sulla salute del paziente, considerato anche il possibile peggioramento in relazione al Covid-19, l’intervento deve essere considerato urgente e come tale non posticipabile”.